Ve la ricordate? Sì, proprio lei. Quella che nei panni di direttore del Fondo monetario internazionale ha chiesto fosse messa alla gogna mondiale la Grecia rifiutando di ristrutturare il loro debito pubblico. La stessa sotto inchiesta per i poco chiari carteggi indirizzati alle eminenze politiche del suo tempo. Sempre li dà la sua su l’attuale momento finanziario. Dice: “i mercati sono troppo ottimisti, così non aiutano la lotta all’inflazione della Bce”. In effetti si ripete da giorni il fatto che le quotazioni diano l’idea della massima fiducia sul taglio dei tassi.
La liberale invece non vuole considerare conclusa la fase di rigore monetario. La parola chiave è “gap”. Gli addetti a questi giochetti di rapporto tra finanza ed economia reale (quella sulla pelle della gente) così riferiscono il concetto di “divario nella valutazione”. Un mostro, per la sicurezza dei mercati nei quali la cosa più temuta è scoprire la sopravvalutazione di un titolo.
Ebbene, il gap è cresciuto. La forbice vede da una parte l’andamento dei tassi espresso dai prezzi sui mercati finanziari e dall’altra la base delle proiezioni della Bce. Sempre secondo Lagarde in questo modo si determinano: “rischi al rialzo”.
E i rialzisti, si sa, sono la dannazione di ogni speculatore onesto. Ma c’è anche il fatto che le quotazioni offrono tassi di interesse più bassi. Se questa è la tendenza non si arriva agli obiettivi prefissati. E questo è il danno peggiore per l’egida della ricerca di certezze in un mondo dove la parola “volatilità” è preminente.
Quindi bisogna modificare la tendenza. Rispetto a qualche anno fa i titoli di Stato rendono di meno. Che vuole ancora la Lagarde?
IL cambio è stabile: “inferiore alla media sul lungo periodo”. Le previsioni pessimistiche sull’inflazione a lungo periodo si sono ridimensionate. Ma è anche vero che è difficile capire qualcosa di attinente al vero dal calcolo sull’inflazione. Dai prezzi dell’energia all’inflazione come forma di autotutela da fattori di disturbo si riesce a capire ben poco.
Conseguenza logica: non è possibile tagliare ora i tassi. Ma la logica non è di questo mondo. Forse il meccancismo, l’ansia, il timore e tremore. Ma la logica no.