ROMA – Via libera del Senato alla fiducia posta dal governo alla manovra. I voti favorevoli sono stati 112, 67 i contrari e un astenuto.
Per la premier Giorgia Meloni si tratta di “una manovra di grande equilibrio, che sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia risorse record per la sanità, riduce la pressione fiscale e dà una mano a chi produce e crea occupazione e benessere”. Poi: “Abbiamo utilizzato le limitate risorse a disposizione per rafforzare le principali misure introdotte in questi anni, rendendone alcune strutturali e con una platea più estesa, a partire dal taglio del cuneo fiscale. Abbiamo proseguito sulla strada del sostegno alla natalità e del lavoro femminile, e siamo intervenuti a sostegno delle imprese che investono e rafforzano la propria solidità e competitività. Teniamo i conti in ordine, non rinunciando ad attuare il programma elettorale che abbiamo presentato agli italiani, e diamo ancor più slancio al nostro impegno per combattere la vera evasione e gettare le basi per un rapporto nuovo tra Stato e cittadini. Un altro passo in avanti per costruire un’Italia più giusta, forte e competitiva”.
Con l’approvazione della manovra, il taglio del cuneo fiscale diventa strutturale e vengono confermate le tre aliquote Irpef in vigore quest’anno. La legge di Bilancio vale in totale 30 miliardi. La mancata discussione a Palazzo Madama, dopo il via libera della Camera, ha però creato molta agitazione tra le opposizioni che hanno criticato la procedura.
BOCCIA (PD): GOVERNO HA TOLTO DIGNITÀ AL PARLAMENTO
“Se alla democrazia parlamentare si toglie la legge di Bilancio, la democrazia parlamentare non c’è più. Dopo queste operazioni, il Parlamento c’è, ma la dignità del Parlamento non c’è più. Il governo ha fatto e strafatto tutto quello che ha voluto con il silenzio complice delle forze di maggioranza, e solo a noi spetta ancora una volta di difendere il Parlamento e i cittadini”. Lo ha detto il capogruppo del Pd Francesco Boccia in Aula al Senato durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia alla Manovra. “Senza il Pnrr – ha proseguito Boccia – saremmo in recessione. Noi vogliamo un’Italia sempre più europea, e la costruiremo. Con una chiara presenza dello Stato nelle infrastrutture primarie, mentre questa destra sta regalando le infrastrutture ai privati, a partire da Elon Musk. Non provate vergogna ad affidare una parte del Pnrr a Starlink? I colleghi della maggioranza sono nervosi perché hanno assistito alle dimissioni di un relatore. Hanno dovuto assistere al disastro dello scambio tra Autonomia e Premierato. Il ministro Calderoli si fermi, altrimenti ci penseranno gli italiani. Cosa ci resta – ha concluso Boccia – di questi due anni? 77 voti di fiducia, le fratture sociali, la mototerapia e la promozione delle manifestazioni in abiti storici”.
RENZI: MELONI SCAPPA DAL PARLAMENTO, PREFERISCE LAPPONIA
“Meloni preferisce scappare dal Parlamento per fare un importante vertice internazionale in Lapponia, dove coltiva il suo target: chi crede a Babbo Natale, che è la stessa percentuale di chi crede che i centri per i migranti in Albania funzioneranno”. Lo dice Matteo Renzi, durante le dichiarazioni di voti in Senato sulla manovra. “Meloni sta violando tutte le regole della democrazia parlamentare”, aggiunge.
MAGI: PROMESSE ELETTORALI SI SONO SCONTRATE CON REALTA’
“La terza finanziaria del governo Meloni è un flop: la prima era sostanzialmente ereditata dal governo Draghi, nelle altre due non c’è niente rispetto alle mirabolanti promesse elettorali che tutti i partiti della maggioranza avevano fatto. Nessuno stimolo allo sviluppo alle imprese, alla competitività, alla crescita”. Lo ha detto a Omnibus Riccardo Magi, segretario di +Europa. “Quello che manca è una visione: sul taglio del cuneo fiscale per esempio, è una misura importante ma in questo modo si rende strutturale il fatto che il sostegno ai bassi salari si faccia con la spesa pubblica. Noi pensiamo invece che servirebbero degli stimoli e degli incentivi alle imprese per i rinnovi contrattuali. Rispetto alle politiche di bilancio che avevano assicurato Meloni e Salvini agli elettori italiani non c’è nessuna traccia: nulla per quanto riguarda le pensioni, nulla sulle accise sui carburanti e la lista che si può fare sarebbe lunghissima. Meloni all’opposizione faceva delle reprimende da grande mattatrice parlamentare contro i governi Conte e contro il governo Draghi su come portavano in Aula la legge di bilancio, diceva che il Parlamento era morto. Ora possiamo dire che lei ha inchiodato il coperchio della bara del Parlamento”.