Era tra i tre finalisti selezionati dall’ISSNAF (The Italian Scientists and Scholars in North America Foundation) che ogni anno assegna a giovani ricercatori italiani che lavorano negli Stati Uniti o in Canada lo Young Investigator Award, e Michele Polese di Cimadolmo è arrivato primo. Tra i premiati anche la giovane caorlotta Giulia Biancon per il suo apporto nella ricerca sui tumori del sangue, e che da 4 anni lavora presso il laboratorio di ricerca della Yale University nel Connecticut. La cerimonia, giunta ormai alla sua 15a edizione con cadenza annuale, si è svolta all’Ambasciata d’Italia a Washington, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, e quest’anno nuovamente in presenza dopo i due di sospensione per emergenza sanitaria.
Mariangela Zappia Caillaux, diplomatica italiana e Ambasciatrice negli Stati Uniti d’America dal 2021, ha aperto la cerimonia di consegna dei premi coi suoi saluti, ai quali sono seguiti quelli del Ministro per l’Università e la Ricerca Anna Maria Bernini, che ha definito questi giovani ricercatori: «una risorsa preziosa per il nostro Paese», e si è congratulata coi premiati di quest’anno, oltre ad aver espresso l’apprezzamento per il lavoro dei 15.000 scienziati e ricercatori italiani che operano negli Stati Uniti in varie discipline, in primis per la professoressa Giulia Galli – modello per le nuove e giovani generazioni. Il Ministro ha anche valorizzato l’ISSNAF per il ruolo che riveste nella promozione scientifica tra Italia e Stati Uniti, ed al suo contributo per il raggiungimento degli obiettivi del piano 2021/2027, in particolare la promozione della dimensione internazionale dell’istruzione superiore e della ricerca.
Michele Polese, 30 anni, nativo di Cimadolmo “ il paese dell’aspargo”- un piccolo comune di poco più di 3.000 abitanti in provincia di Treviso, dopo gli studi al Liceo scientifico Brandolini-Rota di Oderzo, la Laurea cum laude in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l’Università degli Studi di Padova, il dottorato, ed oggi ricercatore alla Northern University di Boston. A lui è andato il primo premio nel campo delle tecnologie e telecomunicazioni per aver saputo sviluppare “le nuove generazioni di reti di cellulare 5G e 6G”.
di Daniela Paties Montagner
immagine in evidenza: un momento della cerimonia di premiazione