Di fronte ad una politica incapace di ‘provvedere’ si muove la baraonda dei commercianti ridotti all’os
so in termini di fatturato: schiacciati dall’ immutabile – big manovra – da parte dei colossi industriali nell’avanzare il clic del Black Friday, il famoso venerdì per gli acquisti più goliardici. La strategia che conferisce la vendita delle merci a prezzi illimitatamente stracciati. È il vecchio trucco della volpe che sa aspettare senza mordersi la coda. Siccome dotati di plus valenza (digitale) trovano lecito scippare ai commercianti di bottega gli introiti per la sopravvivenza mettendo a rischio alcune migliaia di storiche saracinesche presenti nei borghi e non solo; accade quindi che nel campo produttivo le grandi corporazioni divorano, tritano . «Prima era sopravvivenza. Adesso mi costringono a chiudere con la quantità di merce non venduta. Nessuno ci ascolta» esprime con rabbia Francesca M. proprietaria di una boutique di abbigliamento a Firenze.
Ed è proprio in questo tempo di pandemia stazionaria che i colossi dell’e-commerce moltiplicano i loro affari, inglobano la ‘psiche’ dei consumatori nei servizi d’acquisto. Ci riescono anche quando vediamo ben poco.
Intanto per migliaia di commercianti al verde corrono gli affitti, i fornitori, le tasse, utenze e ogni tipo di incertezza per continuare a campare. Dove sono finiti gli aiuti promessi dall’esecutivo?
Altro che depositare in aula parlamentare, ci sarebbe da distillare opinioni ma l’invito è puramente libertario. Per quanto riguarda i miei concittadini se potete comprate sotto casa a chilometro zero esultando ad ogni beneficio che possa riguardare lo stallo dell’economia.
Massimiliano De Stefano