Soltanto due punti: divieto e separare.
A nulla sono bastati i dibattiti per portare alla rettitudine il nuovo DPCM, quest’ultimo collante dei precedenti il cui obiettivo è piegare la ‘dimensione collettiva’ pensando di debellare definitivamente il virus in attesa che arrivino i primi vaccini (ma la pazienza una volta imparata va corretta) altrimenti è -squilibrio-.
Il fatto è ben noto a tutti, il nostro paese così com’è, si presenta modello farraginoso di operato, burocrazia, ambiguità; sistematicamente inscatolato dalla impreparazione da cui scivolano lacrime di ogni genere. Si è deciso per (non mollare) di proseguire verso le mezze misure alla quale segue la fotografia di un natale sconsiderato e triste, affettivamente perso. Il problema gravita per la messa in sicurezza che ancora sporca il campo per usare un eufemismo, e siccome non capaci di spirito risolutivo si è preferito minare le istanze dei concittadini in termini di libertà.
Abbiamo perso ogni disponibilità covando in noi l’agonia, il tormento mentale di essere perseguitati. Il che è assurdo considerando esempi più coordinati come Svezia e Germania. Perché lodarci per poi ammonirci ora?
L’impressione è che non ci siano evidenze scientifiche di pari merito riconosciute, i nostri comparti si muovono a braccio. Inutile girarci intorno. Addirittura peggio per la messa in sicurezza, poiché si pensa che si possano intensificare controlli attraverso l’utilizzo di droni meccanici in grado di svolazzare e acciuffare i malcapitati, sventando così assembramenti e veglioni abusivi. Immaginate la comicità delle rincorse? dopotutto ci sono italiani e italiani asseriranno gli integralisti offrendo scempio alla stampa estera.
Attendiamo fervidamente uno scatto, magari alternativo, che potrebbe portare alla realizzazione della fitta agenda; ma è risaputo che per il momento sia accettabile non entrare nei dettagli per timore delle cancellature. Si lavora con la regola del ‘tutti insieme’ finché può durare. Una necessità più che una scelta?
Non c’è pareggio con i sacrifici inghiottiti. Provando a mettere da parte il rancore, la pandemia ha infettato perfino la sacralità dello stare in famiglia: con festività rimosse. A questo punto della collina, saremo più soli e dispersivi.
Giuseppe Rigotti