Una via rocambolesca e un altrettanto responsabile (prigioniero) di se stesso; ora la sfida è quella inevitabile: “Inseguire” il patto di legislatura fino allo scadere della corsa, (ma prima) il via libera dei -costruttori-.
A sentire Renzi il ribaltone non ha nulla a che vedere con il cavallo di Troia per espugnare il Governo, il dono è ben più ampio, visionario di progetti per il futuro:
“Non consentiremo al Governo di sperperare le ingenti risorse” ha ribadito a più riprese.
Intanto senza i renziani il governo (Conte II) ottiene la fiducia alla Camera dei Deputati con 321 voti a favore, spiazzando gli interlocutori in attesa del passaggio al Senato. Il tempo si designa cupo con probabile chiamata alle urne, mentre la confusione di questi giorni ha raggiunto toni inqualificabili. Dov’è la miopia ci si chiede? È nel non vedere un centro-sinistra che quando raggiunge il vertice con gli spintoni, si comporta da pessimo amministratore.
Se a tutto ciò aggiungiamo l’improvvisazione dei prossimi attori, lo spettacolo potrebbe addirittura assegnarsi una durata -non stop- da cui il premier ricaverebbe nuovi comparti per gli apprezzamenti: “Occhio per occhio, che il dito non coglie”, preavvisa tale scongiura.
Giuseppe Rigotti
Redazione