di Giuseppe Rigotti
Ora basta. Il balenare in rosso dei sondaggi elettorali si deve alla solita e sgangherata politica di cui i rappresentanti più avvezzi ignorano con sentita spocchia.
Sotto il sole un governo sempre più condito e non votato dal popolo: i fatti ci impongono di essere scettici sul futuro quando nel mazzo hai già dato la carta vincente portando come guru diplomatico (Mario Draghi), un premier che vuole a tutti i costi padroneggiare la tensione ignorando alle proprie spalle il monito sguarnito di una formula politica concepita a oltranza cui interesse non sia il -miglio- da percorrere quanto salvare ciascuno il proprio tour folkloristico.
Onestamente abbiamo i piedi per terra e sappiamo del caos che regna; a (53 giorni) dal disastro del precedente governo la strada per le riaperture è ancora sistematicamente tappata per incongruenze scientifiche. Tuttavia M. Salvini non ci sta e tende a smarcare quella combriccola senza però uscire dalla casa. Il motivo? Continuare a stringere i denti e non uscire dalla quadra togliendo spirito al centro destra.
Intanto la scena non è esaltante per la cristalliera industriale che ci resta, si sarebbe dovuto parlare del sostegno economico e di come soccombere le piccole imprese, i ristoratori, gli ambulanti, ma soprattutto come avviare la macchina del turismo prima che lo facciano gli altri paesi abbassandoci (il nostro) di Pil. Quanto agli scontri avvenuti a Montecitorio è sintomo di una forte disperazione, un grido stanco e insostenibile. Ahimè non è condivisibile rovesciare la normalità e non lo prevede neanche la disciplina normativa della Costituzione, con rispetto parlando scordatevi il successo trombone dei migliori. Siete poco lucidi allo scatto che avete mancato.
Ovvio che questo governo stia doppiamente a zero per tempi e rimedi, e da laico libero non mi privo di citare un uomo che di costituzione ne sa sicuramente più di me: Carlo Priolo, avvocato ed uomo perbene nonché fondatore del movimento “Democrazia del Popolo” una comunità libera e pacifica dove ognuno può esprimere il proprio pensiero senza essere abbacchiato da segretari e sottosegretari; segnale che fuori dal ‘governo bunker’ esista ancora una speranza, una realtà nuova ed estranea alle correnti su cui varrebbe la pena accendere “i riflettori”.
Redazione