di Giuseppe Rigotti
Non sarebbe scontato suggerire un cambio di passo al Governo in carica: pare che lo scorrere delle settimane abbiano inevitabilmente indebolito l’uomo al centro (M.Draghi), malaccorto di non imporre un’impennata sui temi più caldi di cui commercianti ed esercenti attendono ancora risposte. Ma veramente crediamo di risolverla con questo sgarbo?
Ci avete fumato in testa e continuate a farlo con tutta una serie di provvedimenti spezzoni senza però inebriarci per la data, una precisa manovra di riapertura Nazionale. Visibilmente in Europa siamo finiti alla canna del gas affidandoci ai soli gangheri di case farmaceutiche cui abbiamo ribadito doglianza senza essere ascoltati. Diciamolo pure, non abbiamo nessun paladino in grado di assediare le Big Pharma. Questi ultimi –padri- delle necessità deliberano per conto proprio.
Intanto risparmiateci la sceneggiata emergenziale, il futuro è già dietro l’angolo e non sappiamo ancora come conquistarlo.
Per il Recovery plan servono investimenti di primissimo pelo consentendo una manutenzione straordinaria del pubblico e delle priorità assolute. Gli altri sono già pronti a correre mentre noi desistiamo a proiettarci un piano B, la ricetta consisterebbe nel divenire “fautori” di un contributo tanto più ratio.
È questo il momento del cronoprogramma, più fatti ad appannaggio dei (divieti) e del segregarci tutti in casa. Smettiamola con il dramma dei colori e si scelga l’ingombro dell’efficienza. Diciamolo senza peli sulla lingua, la ‘tutela’ si è rivelata fiacca e con pochissime offerte: perlopiù si è percepito un –premier forestiero- lasciato solo dai compagni volponi.
Redazione