di Giuseppe Rigotti
Da un lato la responsabilità di Matteo Salvini condizionato dalla sua stessa moderazione, mentre dall’ altra parte un’agguerrita Giorgia Meloni in ascesa indipendentista: questa è più o meno la sintesi del centrodestra.
Ancora nessun incontro decisivo per decretare i nomi dei candidati e svoltare le amministrative; la maratona consentirà di sondare il territorio aggiungendo un pezzetto di storia significativa per la potenziale –leadership di prestigio-affondando la guida della “grande capitale” cui fardello non ignora nell’ immagine “uno scranno di spine”, oltremisura perfino per i nodi del potere: la coalizione del centrodestra si delinea quindi prevedibile quanto (rumorosa) a seconda della partecipazione al consenso.
Intanto Forza Italia paga pegno per la confusione interna e riflette avendo la premunita intenzione di accelerare sulle coalizioni pur di tenere allacciata ‘la boa’.
Per quando riguarda il futuro (chi) dipenderà da chi?
Continuare su questo campo di mediazione -uniti e mai stampella- con i “correnti accordi”. La scelta sembrerebbe dunque quella di allargare il condominio in più occasioni.
Al di fuori invece, e detto senza ipocrisia: l’attaccante che per primo gonfierà la rete si aggiudicherà quel “centro” così ambito quanto decisivo.
Per noi osservatori è praticamente pericoloso esporci dalla balaustra avendo (già) in entrata campo (fuoriclasse d’ eccellenza).
Mario Eugenio Sepe