di Giuseppe Rigotti
Continua la liturgia tra i grillini e l’ ordine informatico ‘Rousseau’ mentre l’ intero movimento si squassa col nefasto -costretto- -a pancia in giù- ad invocare malumori, con la convinzione che i dem traslochino il prima possibile sotto lo stesso tetto per affondare coscia.
Ma non è così, navigare sotto falsa bandiera è un risiko che smarrisce consenso e contrasta gli elettori. Il Pd ha bruciato la possibilità di trovarsi in cattedra con gli apprendisti più fortunati(i grillini); mentre la destra si prepara a confederarsi:
”Troviamo una sintesi nella coalizione senza litigi” afferma Salvini, pronto a recuperare credito fuori dal campo e di scegliere i candidati per Roma e Milano. Segno che l’ acqua debba passare dalla stessa fonte.
Ancora ‘bolla di sapone’ per la sinistra che nei sondaggi non va oltre il 30% e che fatica a pedalare in territorio nazionale lì dove andrebbe ripristinata la collettività in tutte le sue tutele. Ma siccome non c’ è miglioria, “si baratta” per tentativi di annessione. Un’ altra richiesta senza condizioni?
Viene fuori un quadro politico sconsiderato di azioni, basato su reciproche ritorsioni in cui additare sia doveroso per “pagare pegno” e così le responsabilità si frantumano lasciando palla al solo palazzo più che ai comuni accordi per le urgenti proposte.
La ricetta deve rimbalzare, sottoscriverla in proporzione alle esigenze di una “democrazia” se tale è, poiché i tecnocrati avanzati al Governo vorrebbero agire per vessilli burocratici. È funzione indesiderata del loro pensare come codice etico.
Finora la politica del nostro premier è stata tracciata da cartucce mediatiche per assoluzioni di critiche austere.
(Per esempio), quando arriverà una sostanziale riforma per il fisco e la giustizia?
In certi casi il silenzio è oro, in altri (No) con Conte, Letta e Salvini
in pole position.
Redazione