Carlo Priolo così risponde:
Se un bambino piange di dolore vuol dire che gli adulti sono incapaci. Se un bambino trema di paura vuol dire che gli adulti non sono in grado di proteggerlo. Se un bambino non ha né acqua né pane vuol dire che gli adulti sono egoisti, famelici.
Se un adulto regredisce a comportamenti infantili vuol dire che da bambino ha conosciuto l’esperienza dell’infelicità. Una ragazza viveva negli agi, circondata dalla cura e dalle attenzioni dei suoi cari, ma è morta di anoressia.
Un ragazzo mi ha detto “preferisco il carcere alla scuola, lì sono rispettato, mi considerano una persona”. Ho vissuto la mia infanzia sotto le bombe dei liberatori angloamericani, abbiamo partecipato alla Resistenza, alla nascita della Repubblica. Mi hanno insegnato il socialismo in casa e a scuola. Ho acquisito i saperi delle scienze nelle università, nei corsi di formazione, nei seminari, ritengo di essere un cultore della sociologia dell’organizzazione, come quella del diritto. Ho studiato l’arte e i grandi narratori del passato, la mia passione è la poesia, ma al crocevia del destino all’età di 71 anni ho conosciuto un bambino che mi ha detto: gli adulti non hanno mai risolto un problema.
Ho cancellato tutto quello che ritenevo di sapere, di conoscere, sono risalito nel tempo perduto (alla ricerca del tempo perduto – Marcel Proust) un viaggio nella grande letteratura del passato che narra la realtà del vissuto delle genti.
Un terzo degli italiani risulta consumatore di tranquillanti, molti si drogano, altri esagerano con gli alcolici, le sigarette, la bulimia alimentare, esiste un consumo sproporzionato di farmaci, come per ricercare nelle pillole un senso di sicurezza.
All’origine del malessere c’è la paura, una paura inconscia, generata dopo il mistero della nascita quando il bambino capisce di essere venuto in un mondo ostile dove è assente la virtù della gentilezza.
Frequentare i luoghi dell’arte e conoscere le opere dei pittori, degli scultori, del grande teatro, della musica, del cinema, non significa che viene acquisita antropologicamente la cultura.
Si sostiene che i nazisti fossero molto acculturati ed è vero i migliori filosofi sono nati in Germania, ascoltavano la musica classica, ma trucidavano le genti. Oggi in alcune parti del mondo non sembra diverso.
Freud passava molte ore davanti la statua del Mosè di Michelangelo. Tutte le opere d’arte riportano a Gesù di Nazaret come mi ha insegnato quel bambino che ho incontrato al crocevia del destino e che ha impressa nello sguardo e nel volto la virtù della gentilezza tanto che mi è apparso come fosse l’ambasciatore del Cristo, che è stato tradito dagli stessi apostoli e dagli abitanti della stessa terra dove era venuto per portare la nuova novella, conquistata dai saggi Romani.
Si è fatto crocifiggere per i peccati degli altri e quando il romano ha chiesto alla folla chi voleva salvare, i farisei hanno detto Barabba. La folla, Psicologia delle folle, del 1895, è l’opera più nota di Gustave Le Bon. Freud ha detto “le masse non hanno mai conosciuto la sete della verità. Hanno bisogno di illusioni e a queste non possono rinunciare. L’irreale ha costantemente in esse la precedenza sul reale, soggiacciono all’influsso di ciò che non è vero quasi altrettanto che a quello di ciò che è vero”.
Il bambino che ho incontrato al crocevia del destino mi ha spinto fino ai piedi della croce, il simbolo della sofferenza dell’uomo e così viene spiegato il miracolo di Lazzaro, che voleva abbandonare la vita schiacciato dal contesto sociale, dalla malvagità, dall’odio, dalla prepotenza, dalla menzogna, dalla ignavia, dalla indifferenza dei suoi simili.
Gesù gli ha detto: Alzati e Cammina, solo tu ti puoi salvare. Quando Gesù dice di porgere l’altra guancia all’aggressore non è un segno di vigliaccheria è una sfida al più forte per dirgli non ho paura e non mi piego. L’intuizione maggiore che mi ha suggerito il bambino con la frase: “gli adulti non hanno mai risolto un problema” è quella del Cristo che dice “beati gli ultimi perché saranno i primi” che insegna alle genti, a coloro che si intestano il bene degli altri distribuendo i beni degli altri e condannando le parti avverse di non fare molto, Gesù insegna che per essere tra i primi bisogna essere ultimi e donare i propri beni e non quelli degli altri ed impegnarsi per gli altri e non per i propri interessi, per i poveri di spirito sarebbe la solidarietà ma non quella detta e non praticata.
Allora ho capito che programmi, piani operativi e/o di fattibilità, elenchi di cose da fare, ripresa, rilancio, resilienza sono povere cose, va cambiata l’architettura delle strutture del pensiero, prima si pensa e poi si agisce, una nuova grammatica del linguaggio (il bambino ha una proprietà di linguaggio impressionante spesso mi ha messo in difficoltà).
Ludwig Josef Johann Wittgenstein ( Vienna, 26 aprile 1889 – Cambridge, 29 aprile 1951) è stato un filosofo, ingegnere e logico austriaco, autore in particolare di contributi di capitale importanza alla fondazione della logica e alla filosofia del linguaggio e considerato da alcuni, specialmente nel mondo accademico anglosassone, il massimo pensatore del XX secolo.
Pur se la madre è donna che genera amore e gentilezza, che ha un coraggio inflessibile, non credo che il figlio appartenga a questo mondo, sicuramente è un dono all’umanità del Cristo crocifisso per gli altri. Personalmente sono il signor nessuno, ma ho due pregi, non ho bisogno di “esperti” e non sono un concorrente.
Se sarà, Roma risorgerà con maggiore splendore del tempo passato, esporteremo il nostro modello nel mondo. Roma sarà la città dei bambini di tutto il mondo.