di Giuseppe Rigotti
Ci sono professori che nella pratica falliscono ma che comunque prediligono l’ arte affabulatoria di arrangiarsi: così Giuseppe Conte dopo l’ esperienza nel palazzo -ventaglia- il percorso del nuovo movimento staccando la spina col passato senza però mutare la vera questione morale. I grillini sono e restano all’ origine della medesima natura, quanto più ambigui nelle cariche politiche pur di aggrappare i propri in Parlamento a costo di finire come tronchi cipollati. Il concetto di base non prevede alcun rischio, ma (strategie e applausi con gli alleati) mantenendo a mezza bocca quale liturgia di dialogo?
Perfino la sponsorizzazione per approvare lo ‘Ius Soli’ ha spaccato il movimento in più teste determinando un paradosso per i fini nazionali tanto da alterare la percezione degli elettori: inchiodare la “fiducia Draghi” con gli attaccabrighe di sinistra, li ha resi nomadi e privi di iniziativa.
Ci sta provando Conte a galoppare la leadership di sinistra
bruyant -Lettiano ne combini smisuratamente sparando a zero. Dunque i capitoli di questa storia vanno accettati sapendo che la politica antepone i suoi (giochetti ai difetti), e che i leader dei partiti sono vere e proprie cavie liberticida: qui versifica il -bipolarismo- che diventa ammucchiata. L’ ex premier proverà a persuadere, cercando di allargare l’ area centrale e virando tutto a sinistra con un tempo cronometrato direttamente da Beppe Grillo.
Lo statuto prevede un rapporto di tipo win- win “legge e disordine” provando ad egemonizzare il partito per reggere stampella in Parlamento. E se Conte fosse in cerca di sostenitori per figurare nuovamente a ruolo di premier?
Per il momento i punti oscuri non afferrano la “trama completa”, ed è così che -ci facciamo la figura del grano al vento-.
Redazione