di Giuseppe Rigotti
Le amministrative vinte a tessuto di giacca dalla sinistra in città come Milano, Bologna e Napoli
Il grillismo a sinistra assume una facciata meno rocambolesca a pari dei comizi dell’ eloquenza sovietica in cui ci si vede bene organizzato con le fanfare, nonostante la svolta un po’ fredda dell’ ex sindaca Raggi (outsider e sofferente) per l’ appoggio titubante del movimento trasformato in macchina da propaganda sostituendo l’ etica del sovversivismo tanto da eliminare dalla carta parlante la dicitura: “mai accordi col Pd”.
È un’ invenzione tutta nuova ed incoerente per certi versi, ma che funziona se coagula nel fare sistema spalleggiando le ultime battute di caccia della destra che crede di governare i problemi irrisolti dal cannocchiale di ciascuna squadra o addirittura confinando le proprie tesi.
L’ abbraccio tra Salvini e Meloni non ha rigenerato nuova proiezione:
(uno implode a governo e l’ altro ammicca alla guerriglia circondando il palazzo). Il risultato è una riflessione che non sta ancora in piedi così come la scelta di designare candidati ovulando la sola lista civica di appartenenza. Nel sottovalutare l’ intero sfondo
è la volta bruciante in cui il centrodestra diventa (cavalletto) mentre i politici di sinistra “il quadro”.
Redazione