di Giuseppe Rigotti
Per l’ intera sinistra Matteo Renzi è fuori dal seminato perché indemoniato: anzi di più, “trasfigura diavolo” da prendere per “i capelli”. Negli ultimi due anni ha cambiato volto, non ha mai smesso di allungare la gamba diventando un abile conferenziere oltre oceano “Renzi d’ Arabia”. Ma non è tutto, con il 6% di (Italia Viva) capitanato da se stesso,
è perfino riuscito a togliere il cerino dalle mani dell’ avvocato di Volturara con annesso quanto impari “Conticidio”.
Da qui in poi i grillini (ipocrisie a parte) pur di remare sicuri in parlamento e salvaguardare il mandato, hanno agito aggrappandosi al ventre della sinistra: “Letta e Conte” due fratellastri -assai svegli- che tra un’ azione e l’ altra, prima o poi finiranno al bagnasciuga raccogliendo pietrine al posto degli elettori. Insomma non c’ è fiducia nei confronti del toscano, un riformista poco credibile bersagliato-colpevole di mostrare il manto della volpe: Renzi invece, definisce l’ asse “Pd-5 stelle” come agglomerato inesistente; per lo più guidato da impostazioni ideologiche di vecchia data che messi insieme formano un retaggio da -non intervento- per il paese.
Pazientano in cerca di alleati come verificatosi sul ddl Zan, in cui è venuto meno il dialogo per “cavilli di distorsione”. Per la sinistra il sabotaggio al senato è pura opera renziana, con tanto di sigillo da parte del centrodestra: ma con quali conti?
E poco importa al leader di I.V di virare a destra, egli resta sceneggiatore di sé e degli altri capace per esperienza di reinventarsi in qualsivoglia linguaggio facendo stracciare le vesti ai più disperati. Intanto ci si chiede quale sarà la sua prossima mossa di ripicca (o meglio) quali saranno le sue prossime chiacchiere: “Populismo o sovranismo”, non potendo intervenire azzeccando un te
Redazione