di Giuseppe Rigotti
Ora che “Draghi” gioca col suo stesso fuochino allargando la cornice istituzionale nella piena fase emergenziale, i partiti per metà ossigenati ed ormeggiati iniziano a prestare osservanza nella consuetudine di mandare l’ attuale premier al Colle, e per lo più rispolverando “annessi allori”.
“Sí padrone”. Dunque esisterebbe una lettera scarlatta su cui i mercati punterebbero le pr
ma ancora non ha timpani la sovranità popolare, a dare longa manus sono soprattutto i media e commentatori-salottieri che prima si mangiano la patria e poi la risputano. Sarebbe a rischio il Recovery (affermano). Intanto con la legge di bilancio sotto tiro dall’ “Ue” si sa “dove prendere risorse” ma non in che tempo limite di reale sforamento
-restituirli-. Il Fondo Monetario è per noi un “azzardo” di dieci, cento, mille, oseremo esagerare “tutto”, e senza un porto sicuro (rischiamo) di non veder spuntare il sole.
Sarà fondamentale perseguire l’ agenda comune, appunto veicolando le risorse per il paese pur rischiando di assolvere l’ intero salvadanaio: “occhio al Mezzogiorno potrebbe risvegliarsi” aprono i titoli dei “giornaloni progressisti”, ma nel malanimo di organizzazione generale (sindaci e governatori) si tirano per la giacchetta.
A questo piano di soccorso deve combinarsi un altrettanto campo burocratico più aperto, praticabile, perché impegolarsi al dozzinale apparato così com’ è risulterebbe dannoso. Bisogna essere prudenti ma nel contempo agire da “battitori liberi” nel rapporto privato-pubblico, accantonando le diaspore tra partiti. Finora il premier ha dimostrato di governare sul velluto; con gusti e scelte personali intaccando il -sentimento politico- cosicché Enrico Letta senza consultarsi sul serio vorrebbe perfino sabotare la maggioranza e ricorrere alla legittimità delle urne:
O sono cosciente fino in fondo, “oppure sono zerbino” bisbiglia preparandosi ad ansie e preoccupazioni. Poi di nuovo:
“È immaginabile una maggioranza che si spacchi sull’elezione del presidente della repubblica e poi si ricomponga magicamente quando è il momento di sostenere il governo” ha affermato,
(sicuro sicuro per “Sting Letta” l’ importante è agganciarsi quando non ci sono numeri alla mano), quando serve a trattare la retorica del benestare con il lusso di descrivere le nozze del re.
Dinanzi a questo calcolo gongola
il -segreto di pulcinella- con la probabile sorpresa di vedere il Cavaliere invadere quel “fuoco amico” così importante -nella lode- di portarsi avanti e correggere quel dipinto sogno (ancora possibile).
Redazione