di Giuseppe Rigotti
Prosegue spedita la girandola quirinalizia tra (schede, nomi, e colori palesemente esposti) la cui trama c’ è, ma non domina ratio nè religio per eleggere la tanto -autorevole- quanto imbrodata “figura di statura”. È Tutto così laicamente opposto, impallinato nelle menti dei grandi elettori (corpi sazi) incapaci di attraversare modi e motivazioni reali per affrontare la spinta morale sul piano futuro: dinanzi all’ Europa le nostre liturgie istituzionali si mostrano indicativamente “campate in aria”, si discute di un profilo in grado di dire (egli stesso) cose belle ma anche di farsene dire dagli altri senza capire che cosa il Paese sia realmente diventato: “affabulatore dei propri concittadini-patrioti”.
Abbiamo smesso di ricordarcelo a noi stessi, e quando messi male tentiamo il miracolo del -dovere civico- nell’ ultimatum profetico che la politica possa non attraversare la strada ad occhi chiusi rammentando le parole dei più saggi: “semina un pensiero e raccoglierai un’azione”. Inutile ricordare la fiera delle schede bianche, una beffa muro contro muro che disturba l’ autorità ricorrente a suffragio.
Dopo i giri di valzer zampettanti tra “hook Salvini, sting Letta e miglio Conte” è intervenuto Draghi mettendoci dito, chiamando a svolgere trattative affinché si creino le condizioni adatte che consentirebbero lor signore di salire al Colle autonomamente, nel paradosso di trovare un senso comune e risorgere in Araba Fenice. Ma di contraccolpo si impegna hook Salvini a congelarlo puntando a favore della Casellati:
“È la seconda carica dello Stato, non ha bisogno che la sponsorizzi io o altri”.
Insomma, chi metterà l’ ultimo mattone resta un (teorema passivo per abnegazione e lucidità), anche qui le forzature sono direttamente proporzionali al candidato X o Y, con la presunzione di avere le teste-mosaico all’ ombra dei grandi oratori della fenomenologia bilaterale: parafrasando (comportarsi allo stesso modo) aiuta a “salire gradini”. Piaccia o no, si ritorna al punto di “stallo” con un calo di 412 schede con tanto di fumata nera: e se è vero, che
(l’ Oggi è già il nostro Ieri) mettersi a parlare nei corridoi può assumere improvvisamente un nuovo significato: la capacità sebbene variopinta di restituire spazio vitale individuandone il papabile successore e poi perché, come diceva Rousseau ’la temperanza e il lavoro sono i due veri medici dell’uomo’.
Redazione