La senatrice Cinzia Leone, vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere ha raggiunto mamma Giada Giunti che da giorni sta manifestando a Montecitorio. Uno dei cartelli esposti “mio figlio affidato al diagnosticato violento” ed ancora “liberate Jacopo“, ” urgente decreto legge salva bambini”.
La parlamentare Leone da tempo sostiene mamma Giada “che purtroppo andiamo ad inquadrare nell’ambito della violenza istituzionale” così l’incipit della vicepresidente della Commissione d’inchiesta in quota Movimento 5 Stelle che aggiunge “la commissione di inchiesta di cui ho l’onore di esserne la vicepresidente ha approvato proprio di recente un’importante relazione che è un punto di non ritorno a tutela proprio di mamme vittime di alienazione parentale, di violenza istituzionale”.
Il caso di Giada, ormai simbolo degli allontanamenti illeciti, come tanti altri, è un caso “veramente feroce, è una madre a cui viene strappato il figlio, una madre che in modo puntuale denuncia, denuncia il partner maltrattante e che dal 2016 non sta più con il figlio. Io ho presentato un’interrogazione, ho presentato un esposto ad aprile, in cui chiedo alla Corte d’Appello di Roma di valutare con attenzione questo caso che merita un’attenta riflessione alla luce del fatto che la PAS non è un qualcosa di attendibile, di scientifico, non è per niente riconosciuto dalle più altre cariche proprio istituzionali, nel territorio nazionale”.
La senatrice sottolinea che il caso Giunti si va “ad inquadrare in questa fattispecie che è propria della convenzione di Istanbul che purtroppo non viene per niente attuata e rappresentata. Il caso di Giada è veramente un esempio”.
“Voglio ricordare che dobbiamo tenere presente che quando un padre è un partner maltrattante è anche un padre violento, non può essere un modello, un riferimento di padre per lo sviluppo armonico del figlio” e quindi “sia la donna che il minore sono parti lese” ci tiene a rimarcare la vicepresidente. ” Allontanarlo dalla madre non è certamente la cosa giusta da fare”.
Quindi, “io auspico veramente in un buon senso da parte di chi sta al momento seguendo il caso di Giada”.
Mamma Giada, associando il pensiero di tutte le altre mamme, rivolge un ringraziamento colmo di speranza alla vicepresidente per il lavoro che sta svolgendo per suo figlio ed integra ” per essere vicino a tutte le mamme che vivono l’inferno, perché questa è una morte in vita; Io lo dico sempre, sanno i nostri ex mariti e purtroppo alcuni soggetti istituzionali come ammazzarsi in vita, perché quando ci separano dai nostri figli in maniera, tra l’altro traumatica e violenta, alzando di peso i nostri figli e portandoli via, è un trauma che veramente non si scorderà mai nella vita”.
Sono anni che mamma Giada cerca di fare emergere questo sistema delle sottrazioni e affidi illeciti, l’abbiamo vista incatenarsi a Montecitorio, al Ministero della Giustizia, sciopero della fame, manifestazioni, l’abbiamo vista nelle piazze, nei video pubblicati sui social.
Una battaglia per suo figlio, per i bambini ingiustamente allontanati delle madri e chiedere “protezione, chiedo aiuto non tanto per me, ma per mio figlio che è stato affidato a un uomo che è stato diagnosticato violento e pericoloso” ed ancora “non è che lo dico io, è stato accertato dai vari Tribunali che è violento e pericoloso – e lo ribadisce – un figlio non può essere affidato a uno che è pericoloso, diagnosticato tale, lo ripeto di nuovo, poi non ci meravigliamo che i bambini vengono sgozzati, messi negli armadi, non è possibile, ci sono troppi femminicidi, neanche uno dovrebbe essere sentito, non si può ascoltare che un bambino venga solo maltrattato, come se fosse normale maltrattare un figlio. . Un bambino non deve versare neanche una lacrima, e, quindi, io chiedo aiuto, chiedo protezione, perché noi veramente viviamo l’inferno, l’inferno della violenza domestica e purtroppo da una parte, solo da una parte, dalle istituzioni, non veniamo protette. Chiedo aiuto per mio figlio” e la senatrice pronuncia delicatamente quel nome, “Jacopo”, il figlio di Giada.
È sempre troppo facile dire che un femminicidio, un figlicidio si poteva evitare dopo che la morte ha impresso il suo sigillo, sottolinea la Giunti, ” è di fondamentale importanza agire prima, nel caso mio si può fare qualcosa prima, liberate per favore mio figlio, non aspettiamo effetti nefasti e liberate i bambini, aiutare i bambini a tornare a casa, aiutate le mamme che hanno avuto il coraggio di denunciare le violenze.
Non soltanto la vicepresidente Leone, ma anche altre sue colleghe come Stefania Ascari ( M5S), l’on.le Veronica Giannone ( FI) si stanno battendo affinché sia veramente rispettata la legge, protetti mamme e figli.
La vicepresidente si augura che ” Jacopo possa quanto prima veramente riabbracciarti e recuperare la lontananza, la privazione della madre che è una cosa difficile, speriamo di riuscire a recuperare il recuperabile in questa brutta storia”.
La Leone oggi è al fianco di mamma Giada, ma il suo impegno è per tante mamme che vivono condizioni simili e precisa che mamma Giada sta manifestando davanti Montecitorio per una
” battaglia per la tutela, la salvezza del figlio dalle mani di un padre violento”.
Spero che ci sia una giustizia con etica attiva e non enunciata, il buon senso, e davvero nell’interesse preminente del minore, in questo caso di Jacopo, così concludere la senatrice Leone al fianco di mamma Giada da Montecitorio.
Da Montecitorio le dichiarazione della sen. Cinzia Leone (M5S)