AGI – I mercati provano il rimbalzo in avvio di settimana, pur restando volatili e complessivamente ribassisti. In Asia i listini avanzano, ma a scartamento ridotto per la chiusura festiva di Tokyo. In rialzo i future a Wall Street e in Europa, mentre l’euro è sopra la parità col dollaro e il petrolio avanza, al termine del viaggio in Medio Oriente di Joe Biden, che finisce senza aver concluso granché per quanto riguarda l’impegno di Riad a produrre più greggio.
Questa settimana i principali market mover sono la riunione della Bce di giovedì, seguita da quelle della Boj e della Pboc cinese, le trimestrali Usa, la verifica di Mario Draghi di mercoledì in Parlamento e, lo stesso giorno, il piano di emergenza energetico di Bruxelles, che verrà presentato in attesa di sapere, il giorno seguente, se la Russia riprenderà ad assicurare o meno i flussi di gas attraverso il Nord Stream 1, il gasdotto collegato alla Germania, che giovedì dovrebbe tornare in attività, dopo 10 giorni di lavori di manutenzione. “Se i flussi dalla Russia non riprenderanno, i prezzi del gas europeo aumenteranno, spingendo la Germania e altri Paesi a mettere in atto dei razionamento energetici, che accelereranno l’arrivo della recessione”, sostiene Taylor Nugent, economista della Nab.
Insomma, ci attende una settimana intensa, che impatterà su dei mercati piuttosto instabili e nervosi. “Mediamente in questi primi 15 giorni di luglio l’azionario non è andato male – commenta Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte – mentre la seconda parte del mese me l’aspetto un po’ peggio, con qualche presa di profitto, anche per effetto del ‘blackout period’, cioè quel periodo in cui le aziende devono astenersi dai buyback.
Tuttavia la parte più dura per i mercati arriverà a fine estate, ad agosto e soprattutto a settembre, quando si intensificherà il drenaggio della liquidità della Fed e l’economia comincerà a perdere ancora più colpi”. In Asia Hong Kong avanza di due punti e mezzo percentuali e Shanghai e Seul crescono di oltre l’1,5%, nonostante l’arrivo di nuovi test anti-Covid in Cina.
I future a Wall Street avanzano in attesa dell’arrivo delle trimestrali di Goldman Sachs e Bank of America, e crescono anche quelli sull’EuroStoxx 50 che invece guardano alla Bce di giovedì, la quale per la prima volta da 11 anni, dovrebbe rialzare i tassi di un quarto di punto e dovrà fornire dettagli sullo scudo anti-spead, destinato ad alleviare la pressione sui costi di finanziamento dei Paesi più indebitati.
L’euro passa di mano a 1,009 dollari in attesa di capire quale sarà la sorte di Mario Draghi e quella del gas russo, mentre il biglietto verde perde colpi sulle valute asiatiche, pur restando sopra 138 yen. La moneta nipponica ha perso il 17% sul dollaro quest’anno. Il prezzo del petrolio avanza, con il Wti sotto quota 100 dollari e il Brent sopra quella soglia.
Giovedì Bce rialza tassi, occhi su scudo anti-spread; si riuniscono anche Boj e Pboc. Giovedì si riunisce la Bce, che rialzerà per la prima volta da più di 10 anni i tassi di interesse. Da questo punto di vista non dovrebbero esserci grosse sorprese. Anche Olli Rehn venerdì scorso ha ribadito che la stretta dovrebbe essere di un quarto di punto a luglio e dello 0,50% a settembre, per poi proseguire con gradualità fino alla fine dell’anno.
Giovedì il tema principale sarà dunque il piano anti-frammentazione, il cosiddetto piano anti-spread. “Lo presenteranno? – dice Cesarano – Questa è la prima domanda a cui la Bce dovrà dare risposta. E poi dovrà dire quanto è grande, quanto credibile è e quanto durerà”. Mercoledì si riunisce anche la Pboc la banca centrale cinese, che potrebbe tagliare ancora il prime rate, il tasso preferenziale che pratica alle principali banche del Paese. E giovedì si riunisce la Boj, la Banca del Giappone, che testardamente continua a mantenere una politica ultra-accomodante, per non rialzare i rendimenti sui titoli di Stato decennali, anche se questa politica sta penalizzando lo yen, sceso a quota 139 sul biglietto verde.
A luglio la Fed si sta orientando a rialzare i tassi di tre quarti di punto. La settimana scorsa le vendite al dettaglio Usa a giugno sono andate meglio delle attese, anche se il dato clou è stato l’impennata dei prezzi al consumo Usa, saliti del 9,1%, al top da 40 anni, che ha fatto crescere le aspettative di un rialzo record dell’1% dei tassi di interesse da parte della Fed il prossimo 27 luglio.
Tuttavia molti esponenti della Fed, incluso il ‘falco’ James Bullard, hanno poi frenato su questa ipotesi, notando che l’economia Usa regge e che sarà meglio fermarsi a 75 punti. L’importante per la Fed è che a fine anno il fed fund arrivi dall’attuale forchetta dell’1,5%-1,75%, al 3,75-4%. “Un rialzo dei tassi di 100 punti a luglio – aggiunge Cesarano – non è nelle corde di Powell, il quale lo sa che deve far presto a ridurre l’inflazione ma sa anche che l’economia sta perdendo colpi. La Fed fa bene ad accelerare ora sui tassi ma non puo’ tirare troppo la corda, perchè le strette stanno martellando i consumi e, tempo un paio di trimestri, la banca centrale potrebbe rivedere le sue mosse e iniziare a stoppare il rialzo sui tassi e soprattutto il quantitative tightening”. La curva dei rendimenti sui Treasury si è invertita, segnalando un maggior rischio di recessione negli Usa, ma il pericolo vero non è immediato.
La Fed di Atlanta ha ribassato le sue previsioni e ora prevede che nel secondo trimestre il Pil Usa subirà una contrazione annualizzata dell’1,5%, il che significa che l’economia a stelle e strisce sarebbe già in recessione tecnica, visto che nel primo trimestre il Pil è arretrato dell’1,6%. Tuttavia, se questo trend dovesse realizzarsi, si tratterà di una recessione breve. “La vera recessione – sostiene Cesarano – dovrebbe arrivare più in là, nel corso del 2023”.
La Ue studia misure d’emergenza in attesa di decisioni Mosca su Nord Stream 1. Mercoledì la commissione Ue mette in campo il piano di emergenza energetico, che poi dovrà essere approvato da un consiglio europeo. Si tratta delle misure straordinarie, inclusi i razionamenti, che dovranno essere applicate nel caso in cui la Russia non riprenda ad assicurare i flussi di gas attraverso il Nord Stream 1.
Il gasdotto che collega la Russia alla Germania, giovedì 21 luglio dovrebbe tornare in attività, dopo i lavori di manutenzione. Il Canada ha fatto sapere di essere pronto a derogare alle sue sanzioni, sbloccando così la consegna di una turbina in riparazione a Montreal e necessaria al funzionamento del gasdotto.
Tuttavia Gazprom non ha assicurato la ripresa delle forniture di gas. Putin minaccia di mantenere chiusi i rubinetti, o comunque di stringerli parecchio, dando poco gas all’Europa. Il motivo? Tutto è legato alla guerra in Ucraina.Se davvero Mosca, come lascia intravedere, intende sospendere le operazioni militari prima dell’inverno per iniziare a trattare un cessate il fuoco, vuole farlo da posizioni di forza, in modo da poter chiedere una posta alta: ritiro delle sanzioni e riconoscimento dei territori conquistati. Per farlo pero’ deve indebolire le controparti e quindi vincere il più possibile sul campo militare e indebolire l’Europa, tagliandole il gas, o concedendoglielo col contagocce.
Piero Santarelli