di Giuseppe Rigotti
A pochi giorni dalla fine della campagna elettorale scopriamo che in politica l’ indole è pura religione personale, e che le ghiandole salivari sono sempre più servili alle bocche dei candidati leader per sparare a zero provando a scippare qualche voto in contropiede o in recidiva di fallo.
Prendiamo LettaTigre (in questo momento sulla slitta piddina) globalista per entusiasmo ma capace di perdere pelo ogni qualvolta che scarabocchia un principio sostituendolo alle idee:
non è un caso che il programma del Pd comprenda come priorità la voglia di dare ai giovani di 18 anni un assegno di 10.000 euro, non si sa per quale ragione nè in che modo sia possibile beneficiarne in balia del nostro debito pubblico che cresce a dismisura; e poi un partito divisionista fa ridere anche a chi ha voglia di piangere sul serio. Poi la trombatura esiste: ovverosia quel terzo polo “Renzi&Co” che non gli molla l’ osso ma anzi appare così a tono e compatto da facilitare un nuovo amore con una fetta sostanziale di elettori dem.
Gli stessi che derivano dal Pd e che adesso smacchiano il gattopardo
mentre il vecchio busto socialista è ormai destinato a dissolversi tra le crepe nostalgiche. La cosa più comica è che “LettaTigre”… continua a sbagliare obiettivo facendo gli spot a Conte, quest’ ultimo in sella per carisma popolare rosicchiando oltre il 14% e pronto a volare qualora i dem abbiano voglia di lanciare i fichi costringendo il segretario a mollare. Mentre noi cerchiamo la risposta, c’ è un Centrodestra inarrestabile capitanato dalla guerriera “xGiorgia” che si suggella innovatrice e palesemente pragmatica, tuttora la –leaderglorium- lì dove Salvini e Berlusconi continuino a riposare in pace senza disturbare: “Io sono Giorgia” non è soltanto uno slogan elettorale; è la rabbia degli elettori che scelgono una nuova ventata di rappresentanza politica anche a costo di prendere a calci i diversi DiMaio e le Istituzioni. Davanti a questo quadro raccapricciante la cittadinanza è sovrana.