Gestione dei migranti impostata come tutela dei confini europei. E lo hanno chiamato “banco di prova”. Come se un governo nazionale legittimamente eletto avesse bisogno dell’imprimatur di un ente a lui esterno quale è vissuta l’Unione Europea. La gaffe in cui è caduta tutta l’informazione italiana è il segnale di una sudditanza che oramai è vissuta come linea comune di un pensiero diffuso. Quello per cui le cose del paese e i governi che debbono risponderne siano demandati da un organismo centrale che solo in questo caso è riconoscibile nell’Unione Europea. Altri poteri diversi, su sui si fantastica troppo spesso nei brevi dibattiti dei Social dovrebbero essere sviscerati come espressione di un mostro necessario. Si tratta di una maschera, una controfigura che serve a darci l’illusione che le cose siano in qualche modo governate dall’alto, da qualche altro soggetto, pur malefico e contestabile. Ma ci sia però un’ingegneria! Un pensiero imperante nel governo del mondo e delle cose.
Appare invece assai difficile accettare che il nostro paese sia governato dalla coattella della Garbatella. E non c’è poco altro da dire. Ogni potere, anche quello democraticamente eletto, deve conoscere dei pesi e dei contrappesi – pena il trasformarsi una democrazia del popolo come già ci ammoniva John Stuart Mill in Saggio sulla Libertà.
In somma, pare proprio che Giorgia Meloni debba continuare – costantemente – dimostrare qualcosa. È “il primo banco di prova internazionale”. Ne seguiranno degli altri. Ci saranno continui vertici europei dove l’ennesimo governo di centrodestra della storia della repubblica italiana dovrà dare dimostrazioni di conformità alle gerarchie di Bruxelles.
Ma c’è il problema che affrontarlo non dovrebbe essere né di sinistra né di destra: i flussi migratori. La necessità del cambio di rotta, non è solo una battuta retorica. Il flusso a senso unico nelle nostre isole significa anche gli aiuti sproporzionati che l’Italia ha finora avuto. Altro che il fatto di essere “un grande paese che non può e non deve fallire!”
La risposta ufficiale di Ursula von der Leyen si deve leggere su Twitter. “Grazie Giorgia Meloni per il forte segnale lanciato con la tua visita alle istituzioni europee nel tuo primo viaggio all’estero – ha scritto la presidente della Commissione europea – È stata una buona occasione per scambiare opinioni su temi critici che vanno dal sostegno all’Ucraina, all’energia all’Italia, al NextGenEU e alla migrazione”.
Quindi, guerra russo-ucraina (dove è chiaro da che parte stare), energia, Next Generation. Giova ripeterlo. Perché questi sono i temi. Altro che politica immigratoria!