La sfera democratica dell’emisfero terracqueo mai si è mostrata così inamovibile nella Storia. Il Novecento ci ha abituato a grandi cambiamenti, non sempre degni di buona memoria. I sistemi democratici che tendono sempre più ad affermarsi con diverse modalità formali ci hanno abituato a grandi cambiamenti che riescono ad evitare scossoni traumatici con sconvolgimenti sociali.
Questa tendenza che sembrava accentuarsi nel decennio passato con la nascita di grandi movimenti di contestazione che chiedevano svolte radicali (descamisados, gilet gialli, cinque stelle) pare si siano dissolti. Al loro posto l’affermazione di leader e formazioni già collaudate.
Contrariamente a ogni previsione l’ha infatti spuntata Joe Biden alle elezioni in cui si votavano gli organi parlamentari. Gli analisti prevedevano una disfatta dei democratici e invece il quadro politico, massimamente rappresentato dal presidente in carica, ha tenuto.
Non deve sorprendere più di tanto e forse deve essere messo in continuità con l’altro progressista che in Brasile ha vinto le elezioni su un contendente che aveva caratterizzato fortemente sé stesso e il Brasile durante il suo mandato. Ha vinto invece Lula dall’alto del suo importante passaggio presso le patrie galere per scontate una pena per la quale è stato poi dichiarato innocente. Non succede mai che un leader che ha conosciuto il carcere per motivi penali, non ideologici o strettamente politici, possa nuovamente concorrere a libere elezioni e addirittura vincere.
Ha vinto anche Benjamin Netanyahu in Israele. Lui non è progressista né democratico e nel vitalissimo Israele rappresenta il trapassato remoto. Gli israeliani invece lo hanno premiato. Forse il ricordo della pace con Arafat siglata da Clinton fine anni Novanta consiste in un ricordo di speranza ancora forte. Tant’è.
La lezione che sembra trarsi consiste nel fatto che i sistemi democratici negli ultimi mesi preferiscano premiare le persone che hanno dimostrato nella Storia il loro valore. Un modo per riconoscere il valore dei risultati o l’espressione di in certo conservatorismo che attualmente esprime la democrazia?
E sempre in tema di conservatori l’Italia premia le forze massimamente conservatrici. Ma nel farlo imprime una svolta di innovazione. Quasi a dire: per conservare bisogna innovare. Che stavolta l’Italia abbia dato una lezione al mondo?