Il coinvolgimento, ancora indiziario, anche se decisamente probante, di Eva Kaili al Qatar Gate non ha dato alcun alibi a quella che fino aieri era la vicepresidente ed eurodeputata greca. Il 13 dicembre si è riuntia la conferenza dei presidenti e ha deciso. Verdetto senza repliche. In base all’articolo ventuno del regolamento della Camera europea Eva Kaili è stata rimossa. Ci tiene a comunicarlo, quasi a chiarire del tempismo con cui si lavora a Strasburgo. Ma è anche vero che la riunione è durata più a lungo di quanto ci si aspettava perché l’attività generale decisionale è stata rimandata alla seduta plenaria. Come dire, tutti presenti, tutti consapevoli, tutti coinvolti in questa decisione drastica.
Eva Kaili, d’altro canto, continua a sostenere la sua innocenza. Ha parlato per lei il suo legale. Michalis Dimitrakopoulos dichiara del tutto estranea l’ex vice presidente Eva Kaili, al sistema tangentizio. Lo ha detto intervenendo nella trasmissione del canale Open in Grecia.
Senza altre prove la linea difensiva potrebbe essere quella di un complotto contro Eva Kaili e pertanto quel sacco con le banconote dovrebbe esser stato messo nella sua casa per coinvolgerla. A quel punto dovranno valere altre prove, tipo intercettazioni telefoniche, se veramente ce ne sono.
Ci sono gli estremi per la delineazione di un giallo senza delitto.