AGI – Al termine di un’inchiesta durata un anno e mezzo, la commissione della Camera che indaga sull’assalto del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill ha pubblicato il suo rapporto finale, puntando il dito contro l’allora presidente Donald Trump, definito “la causa centrale”: “Nessuno degli eventi sarebbe accaduto senza” di lui.
Nella voluminosa relazione di 845 pagine, si raccomanda al Congresso di approvare un “meccanismo formale” che impedisca al magnate newyorkese di ricandidarsi, in nome del 14esimo emendamento che esclude coloro che si sono “impegnati in un’insurrezione” o abbiano “aiutato i nemici della Costituzione”.
I membri della commissione chiedono che Trump sia incriminato per quattro reati: istigazione all’insurrezione, ostruzione a una procedura ufficiale del Congresso, tentata frode ai danni degli Stati Uniti e cospirazione per presentare false testimonianze elettorali al Congresso e agli archivi nazionali.
Le loro raccomandazioni non sono vincolanti ma è il dipartimento di Giustizia, che sta già conducendo le proprie indagini, a poter agire.
Immediata la reazione dell’ex capo della Casa Bianca che si è scagliato contro la presidente della Camera, la dem Nancy Pelosi, denunciando il rapporto come un tassello “altamente fazioso” di una “caccia alle streghe” politica.
Trump ha poi ribadito la sua difesa, rilanciando le accuse di massicce frodi nelle elezioni del 2020, che secondo lui sono state la causa della “protesta”; ha sostenuto di aver “raccomandato l’uso delle truppe” a Washington il 6 gennaio di due anni fa ma di essere stato ignorato e anche di aver insistito che i suoi sostenitori agissero “pacificamente” prima dell’assalto al Campidoglio.
Diversa la fotografia che esce fuori dal corposo rapporto, costituito per buona parte dalle testimonianze di oltre mille persone, e che fornisce prove “nel dettaglio” degli “sforzi in più fasi di Trump per sovvertire il risultato delle elezioni del 2020 e bloccare il trasferimento di potere”, ha sottolineato il presidente della commissione, Bennie Thompson, nella ultima udienza pubblica della commissione tre giorni fa.
Secondo il materiale raccolto, l’allora capo della Casa Bianca era “consapevole” di quello che stava facendo ed era “coinvolto in prima persona” nel tentativo di impedire la convalida dei risultati del voto, arrivando a “reclutare” direttamente sostenitori, molto dei quali armati, per marciare su Capitol Hill.
Per la commissione, è “cruciale” far sì che Trump e i suoi alleati siano costretti ad assumersi “la responsabilità” di quanto fatto, altrimenti il loro comportamento potrebbe costituire un “precedente”, un “invito pericoloso per future elezioni”.
Luca Monti