Una trans condannata in Scozia per due stupri di donne, avvenuti prima di iniziare il cambiamento di sesso, non sconterà la condanna in un carcere femminile. Lo ha assicurato la first minister scozzese, Nicola Sturgeon, dopo che il caso aveva suscitato polemiche anche nel quadro della controversa legge sul cambiamento di sesso.
“Non è per me appropriato, nel rispetto di ogni detenuto, divulgare dettagli su dove sono carcerati. Ma dato la comprensibile preoccupazione del pubblico e il parlamento, posso confermare che in questo caso non vi sarà detenzione a Cornton Vale“, ha detto Sturgeon, riferendosi all’unico carcere femminile della Scozia.
Al centro della vicenda c’è Isla Bryson, 31 anni, che ha avviato la transizione di genere mentre era in attesa di giudizio. Martedì il tribunale ha riconosciuto la sua colpevolezza in due stupri di donne, avvenuti nel 2016 e il 2019. Allora Bryson era un uomo chiamato Adam Graham. Il caso è stato sollevato dal leader conservatore scozzese Douglas Ross, che ha chiesto pubblicamente perché Bryant si trovasse in carcerazione preventiva in un penitenziario femminile. “Questo doppio stupratore ha chiesto di cambiare sesso solo dopo essere stato incriminato. C’è voluto la minaccia del carcere per decidere di cambiare sesso. Non è una coincidenza“, ha affermato.
Anche la moglie separata di Bryant, Shonna Graham, ha messo in dubbio i motivi della transizione di genere. “Ho molta simpatia per i veri transgender, ma lui sta prendendo in giro le autorità”, ha detto al Daily Mail, ipotizzando che si tratti di una “farsa” per scontare la pena in un carcere femminile, dove le condizioni sono meno dure. “Mai mi ha detto di sentirsi in un corpo sbagliato, o qualcosa del genere“, ha aggiunto. In tribunale, Bryson ha invece sostenuto di sapere che il suo sesso era sbagliato fin dall’età di quattro anni. Nel 2016 stavo “lottando con la mia sessualità“, ha aggiunto, riferendosi all’epoca del primo stupro.
La querelle ha avuto molta eco sullo sfondo della legge che facilita il cambiamento di sesso sul piano legale, approvata il mese scorso dal parlamento scozzese. Contestata da alcune femministe, e dall’autrice della saga di Harry Potter, J.K.Rowlings, la legge è stata poi bloccata dal governo britannico.
F.B.