AGI – Il governo è determinato a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi. Le aperture emerse all’incontro a palazzo Chigi vengono apprezzate dalle imprese che comunque chiedono di più. Dopo il decreto legge approvato lo scorso 16 febbraio e la riunione di oggi, il prossimo passo è un tavolo tecnico con le associazioni di categoria sui cosiddetti ‘crediti incagliati’, cioè i crediti maturati e che il sistema bancario ha difficoltà ad assorbire, per individuate norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto legge a quello attuale, tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma.
I bonus resteranno ma come detrazioni
Il governo ha ribadito che i bonus per l’edilizia resteranno ma nella forma delle detrazioni d’imposta dalla dichiarazione dei redditi. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato che l’esecutivo cerca una soluzione per far sgonfiare la bolla che sta mettendo in situazione di grave crisi di liquidità, concentrandosi appunto sui 19 miliardi circa di crediti incagliati; per questo dovrebbe vedere con l’Abi come smaltire lo stock che si è creato dal 2021 in avanti.
Le associazioni hanno riferito che all’incontro si è ragionato sulla possibilità di consentire ancora lo sconto in fattura per alcune fasce di reddito e per gli incapienti, mentre su una eventuale disponibilità di Cdp c’è stato solo un accenno, ma non apparirebbe possibile perché richiederebbe mesi nonché l’elaborazione di strumenti complessi sotto l’aspetto finanziario.
La reazione delle imprese
Le imprese hanno nell’insieme apprezzato l’impegno sui crediti incagliati ma hanno chiesto di più: Confedilizia ha proposto di attenuare nella fase transitoria gli effetti del decreto, spostando al 30 aprile la data di inizio del divieto di utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura e di scongiurare l’eliminazione totale del sistema della cessione del credito, mantenendolo ad esempio per gli interventi antisismici e per quelli di eliminazione delle barriere architettoniche. Inoltre, ha suggerito di introdurre la possibilità per il beneficiario di trasformare la detrazione fiscale in credito d’imposta nonché di utilizzare nelle annualità successive le detrazioni non godute nell’anno di riferimento”.
L’Ance ha apprezzato l’apertura sull’F24 e ha invocato rapidità di azione. Confimi ha chiesto di posticipare le date, di prorogarle, di portarle per esempio al 31 dicembre 2024. Cna ha invocato il tavolo tecnico urgente. Confartigianato ha espresso la necessità di aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, permettendo alle banche di compensare i crediti da loro acquisiti con parte dei debiti contenuti nei modelli F24 presentati ai loro sportelli dalla clientela; inoltre, di prevedere, dopo un check sull’assorbimento dei crediti da parte del sistema bancario, l’acquisto dei crediti da parte di un acquirente pubblico di ultima istanza per la parte non acquisita. Inoltre ha proposto di rinviare, con provvedimento urgente, dal 16 febbraio ad almeno fine febbraio 2023 la data entro la quale è necessario aver presentato la CILA per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito.