Va detto anche che la crescita è legata all’aumento dei listini. I volumi si tengono allo 0,1percento. A febbraio è scoccato il ventiquattresimo mese in cui le esportazioni nazionali attestano un continuo aumento. C’entra la pandemia in questa crescita ma non il PNRR. Ma anche effetto dei nostri imprenditori che si sono rimboccati le maniche e hanno trovato nuovi mercati.
Chiaramente è la Cina che fa la parte del leone in questa tendenza in positivo a doppia cifra. 10,8percento. Importante quindi la produzione e vendita del vaccino anti-covid prodotto dallo stabilimento Pfizer di Ascoli. La tendenza europea all’export invece si ferma al 5,5percento. Tutto il settore farmaceutico concorre a questo incremento, insieme al chimico, al medicinale e al botanico. I macchinari, anche, non in crescita: più 12,7percento. Segue il settore alimentare e il tabacco che si attesta ad un incremento del 12,4percento.
Le importazioni invece crescono solo del 3,1percento. Si attesta una riduzione del 2,5percento in termini di volumi. Ciò dipende dai prezzi dell’energia che sono calati e questo ha avuto una rilevanza negli acquisti. Sempre nel corso del febbraio scorso, l’importazione ha diminuito i prezzi dell’1,7% su base mensile, anche se si attesta una crescita dell’1,3% su base annua (era +4,7% a gennaio).