AGI – Una folla di giovani ha accolto Papa Francesco. Un tappeto umano colorato, tra lo sventolio di bandiere di tutto il mondo. Le autorità locali parlano di circa 500 mila persone ma è sicuramente d’effetto vedere il Parque Eduardo VII di Lisbona (in tutto 25 ettari) gremito in un clima di festa, musica, gioia. “Benvenuti e grazie di essere qui, sono felice di vedervi! E anche di ascoltare il simpatico chiasso che fate e di farmi contagiare dalla vostra gioia. È bello essere insieme a Lisbona”, ha esordito Francesco.
E l’abbraccio della “gioventù del Papa” è visibile. Il Pontefice ha dedicato il suo secondo giorno nella capitale portoghese ai giovani: universitari, Scolas Occurentes ma anche incontri privati con 15 pellegrini dall’Ucraina ai quali ha manifestato la sua vicinanza “dolorosa e di preghiera” e con un gruppo di ragazzi dalla Turchia, riconoscendo il loro coraggio e la sfida di “ricostruire, anche nella vita”.
Lottare contro i cambiamenti climatici
I giovani per Francesco possono essere “maestri di speranza” per il pianeta. “Voi siete la generazione che può vincere” la sfida per una ecologia integrale, ha detto mettendoli guardia dalle trappole delle “visioni parziali”. “Anche questo anziano che vi parla – ormai sono vecchio -, sogna che la vostra generazione divenga una generazione di maestri. Maestri di umanità. Maestri di compassione. Maestri di nuove opportunità’ per il pianeta e i suoi abitanti. Maestri di speranza. E maestri che difendono la vita del pianeta, minacciata in questo momento da una grave distruzione ecologica”. “Studiate bene questo che vi dico: in nome del progresso, si è fatto strada troppo regresso”, continua.
“Non dimenticate che abbiamo bisogno di un’ecologia integrale, abbiamo bisogno di ascoltare la sofferenza del pianeta insieme a quella dei poveri; abbiamo bisogno di mettere il dramma della desertificazione in parallelo con quello dei rifugiati; il tema delle migrazioni insieme a quello della denatalità; abbiamo bisogno di occuparci della dimensione materiale della vita all’interno di una dimensione spirituale. Non creare polarizzazioni, ma visioni d’insieme”.
Fiducia e speranza nel futuro
Francesco sprona i ragazzi ad avere “il coraggio di sostituire le paure coi sogni”. “Non siate amministratori di paure, ma imprenditori di sogni!”, il suo appello. E ribadisce che non bisogna aver paura di sentirci inquieti, perche’ l’inquietudine “nella giusta misura, è un buon antidoto contro la presunzione di autosufficienza e contro il narcisismo”. Le preoccupazioni devono essere rivolte “quando sostituiamo i volti con gli schermi, il reale con il virtuale; quando, al posto delle domande che lacerano, preferiamo le risposte facili che anestetizzano”.
“In questo frangente storico le sfide sono enormi, e i gemiti dolorosi”
Per Francesco “stiamo vedendo una terza guerra mondiale a pezzi. Ma – aggiunge – abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all’inizio di un grande spettacolo. Ci vuole coraggio per pensare questo. Siate dunque protagonisti di una ‘nuova coreografia’ che metta al centro la persona umana, siate coreografi della danza della vita”.
Stamani i giovani della Gmg hanno consegnato al Pontefice un Manifesto nel quale si impegnano a essere sobri nei consumi favorendo la condivisione e il riuso dei beni. Nel documento lanciano un appello anche alla Chiesa e alla politica affinché ci siano azioni lungimiranti per la tutela della casa comune che mettano al centro la persona umana.
“I giovani – ha commentato monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica e presidente della Commissione Giovani del Consiglio Conferenze Episcopali Europee – possono essere il motore del cambiamento per la Chiesa e per l’umanita’”. E l’auspicio di Papa Francesco, ha concluso, e’ che siano in prima linea per una ecologia integrale vissuta a tutto campo
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