È iniziata la guerra contro le fake news, quindi contro i propalatori di disinformazione. Da fenomeno generico si pone come vero fronte per cui si chiede ai grandi strumenti di comunicazione di invigilare, operare e reprimere. Ed è così che emergono i dati europei delle notizie mendaci. Innanzitutto va detto che in tal senso esistono due categorie: la falsa notizia e la disinformazione costruita ad arte e controllata e segnalata dai cosiddetti fact checker.
Questi volontari della verità hanno individuato in tutta Europa una miriade di falsità scritte o attribuite in modo mendace. Chiaramente in questa classifica negativa brilla nella performance l’Italia. La Francia però è al primo posto. Nel primo semestre del 2023 ha totalizzato sette milioni quattrocentomila fake news. Segue l’Italia con sette milioni secchi. La Germania segue a ruota con sei milioni ottocentomila sciocchezze contrabbandate per verità. Sei milioni centomila, la Spagna. (I dettagli possono leggersi su www.disinfocode.eu)
Il caso italiano, specificamente, sembra distinguersi dal resto d’Europa per i temi: salute e politica. Il dato bizzarro, da mettere in linea, consiste nel fatto che, in Italia, a fronte delle citate, altisonanti, sette milioni di notizie false e mendaci, si attestano quarantacinquemila contenuti rimossi. L’argomento vero allora consiste nel rapporto tra contenuti mendaci e invece quelli di una mendacia pericolosa e fuorviante.
– Facendo un esempio: diverso il dire “il re è calvo”, altra cosa parlare delle sue frequentazioni notturne su cui nessuno può confermare o smentire. Nel primo caso la confutazione è facile, nel secondo no. C’è bisogno di un controllo terzo che si faccia garante sia per il re che per il lettore. Ma questo organismo di quali poteri godrebbe? Non diventerebbe, di fatto, più potente del re? Sicuramente più potente del potere residuale assegnato a chi ha l’onere di informare. In tal senso la replica di Elon Mask che dal mondo X (ex Twitter) fa sapere che non concepisce alcun freno ai contenuti liberamente espressi dal rilevato suo colosso mediatico –
Chiaramente si pone qui il problema del sistema di regole e verifiche che valgono tanto chi ha l’onere di fare informazione tanto su chi giudica chi ha questo onere.
Ma tornando alle notizie il report della statunitense bigtech, oltre a mettere a confronto le cattive informazioni propalate in Europa, deve concentrare i suoi sforzi per il fatto che sono prossime le elezioni nel continente. E già abbiamo visto gli effetti dell’informazione mendace nei casi di Brexit e nelle elezioni americane che elessero Donald Trump.
È probabile che il boccone Europa sia ghiotto per oscuri burattinai. Inquieta però che a controllare questo traffico sulla mendacia dell’informazione nostrana sia proprio Meta che è proprietaria di Facebook e Whats App. Dovrebbe quindi controllare se stessa. Sono stati mandati dalla Commissione dell’Unione Europea per controllare le ingerenze straniere sui social media. Ma l’argomento più spinoso consiste in quello per cui a dover essere controllati sfilerebbero i più forti notiziari e soprattutto le loro contraffazioni. Eppure quelli si sfilano. L’argomento sicuramente inerisce il restringimento delle libertà: quel che nessuno mai vorrebbe, tanto più in questa fase storica di apparente esplosione delle verità individuali.
L’attualizzazione delle post-verità deve quindi uscire dalla filosofia per entrare nella pratica praticata dove si dividono nettamente le verità di fatto dalle verità di ragione. E ciò in modo visibile in ogni notiziario.