Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge costituzionale che introduce l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, insieme ad altre riforme volte a rafforzare la stabilità governativa e a ridurre il fenomeno del trasformismo parlamentare. Il testo prevede cinque punti principali:
1. Elezione diretta del Presidente del Consiglio: il premier sarà eletto a suffragio universale contestualmente alle elezioni per le Camere, attraverso la stessa scheda elettorale.
2.Mandato quinquennale del premier: l’incarico del Presidente del Consiglio avrà una durata fissa di cinque anni, per garantire una maggiore stabilità dell’esecutivo.
3.Norma “anti-ribaltone”: il premier potrà essere sostituito solo da un parlamentare della maggioranza e solo per proseguire il programma di governo. La fine del mandato del sostituto comporterà lo scioglimento delle Camere.
4.Premio di maggioranza: al partito o alla coalizione collegata al Presidente del Consiglio sarà assegnato il 55% dei seggi parlamentari, per assicurare la governabilità.
5.Superamento dei senatori a vita nominati: non saranno più nominate nuove figure di senatori a vita, anche se quelli già in carica manterranno il loro ruolo.
La riforma, definita “la madre di tutte le riforme” dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro Elisabetta Casellati, mira a rafforzare la stabilità dei governi, promuovere la coesione politica e valorizzare il ruolo del corpo elettorale. Un altro obiettivo del disegno di legge è preservare le prerogative del Presidente della Repubblica, considerato un elemento chiave per l’unità nazionale.
Inoltre, il testo intende garantire la continuità dell’indirizzo politico espresso dal voto popolare, evitando l’instabilità e le crisi di governo derivanti da cambi di maggioranza non legati alle elezioni.
F.B.