L’asse di governo centrista moderatamente alternatosi nelle diverse realtà europee ci ha dato o ha subìto un mondo più ingiusto, meno sicuro, più soggetto alle aggressioni economiche del globalismo. Eppure gli esami si fanno sempre ai due estremi. Sinistra o destra. A sinistra, caduto il Muro nel 1989 si è passati alla quieta accettazione del soggetto riformista e alle sue querule rivendicazioni ambientali e salariali.
A destra invece gli esami continuano. Poco importa se i soggetti impegnati alla prova in verità puntualmente ricalchino cliché del soggetto che vellica le masse con discorsi aggressivi e oltranzisti e poi nella stanza dei bottoni fa quello che gli si dice, quanto è chiesto dal mondo della tecnologia e della finanza. Gli esami non finiscono mai.
Ultima sottoposta all’esame è Giorgia Meloni. L’ingenua vanità di voler abitare lo scranno principale di Palazzo Chigi l’ha portata ad accettare il menu ammannito dalla tavola del precedente governo tecnico di Mario Draghi. Giorgia Meloni, disciplinata, fa il compitino. Di tanto in tanto, qualche alzata di testa per ricordare ai suoi di essere quello che è, una donna di destra. Lo si concede anche a un carcerato il diritto di affermare quel che è e per tanto scontare la pena dei bagni penali.
Ma per Giorgia Meloni non basta. Deve dirci se porterà il suo pacchetto verso una cultura di governo centrista o se ne andrà con la destra arrembante in Europa. Se lo chiedono tutti i big dei grandi diffusori di notizie, preparando la grande data del 9 giugno quando ci saranno le elezioni europee. “Forza Italia farà la campagna elettorale contro la Lega?” “E Meloni teme il sorpasso a destra? (si parla di quello concettuale non addirittura elettorale, sarebbe troppo)”. “Convince la photo opportunity di Meloni e Salvini?”
Come se a chi lavora- e trova ogni giorno la forza di acquisto del proprio stipendio ridotta – gli importasse qualcosa di questo lotto delle previsioni che ha ridotto la scena politica in un campo da gioco suscettibile al vecchio totocalcio.
Ma a Strasburgo si gioca un altro gioco. Se Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega siedono in famiglie politiche diverse dovranno farsene una ragione e anche nel cuore decisionale d’Europa non sarà notato gran che.
Infatti se l’ipotesi di “tutti insieme appassionatamente” appare improbabile … Se Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega difficilmente riusciranno a rendere coesi Popolari, Conservatori e Id … Resta comunque difficile la coabitazione con un partito, come quello della Le Pen, che in Francia sta al trenta per cento, coi Populisti integralisti che governano in Belgio, con la formazione destrorsa che cresce in Germania …
E allora è l’Unione Europea a fare opera di evangelizzazione e scendere in Italia. Vediamo Roberta Metsola in visita intrattenersi a lungo con Giorgia. E anche Ursula Von der Leyen che oramai ha aperto la sua campagna elettorale ed ha fondato la sua maggioranza, un temo anomala, come nuovo teorema politico.
È come quando i sovrani dei regni romano barbarici scendevano in Italia con l’esercito per riportare gli statarelli italiani a più miti consigli. Oggi non hanno armi. Solo il volto simpatico di donne nuove protagoniste. Ma poi ci saranno i conti a determinare gli argomenti fondamentali. E le domande: “quanto dovete a Bruxelles in termini di risorse erogate?” “A quanto è arrivato il vostro debito pubblico?”…
E allora vincerà il vecchio motto: “Quando li tieni per le palle, il cuore e la mente seguiranno” (dal film Tutti gli Uomini del Presidente).