Di solito un uomo di governo annuncia fortemente la presa in esame e la soluzione di un problema. Si può forse annoverare come novità dell’età telematica (se proprio vogliamo dargli una spinta di fantasia) annunciare trionfalmente quello che non si farà. Lo ha fatto il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari.
Intervistato nella trasmissione radiofonica di Radio 24 il ministro ha detto quasi trionfalmente: “Il patto di stabilità è lontano dall’essere concluso. Anzi! Vi do una notizia. Penso proprio che il 14 dicembre non discuteremo di Mes. Il ministro Giorgetti ha fatto giustamente presente che è in calendario ma esistono provvedimenti che vengono prima”. E poi ha ulteriormente detto: “pensiamo sia uno strumento superato ma aspetteremo di capire le indicazioni della Meloni in merito”.
Ma sempre per Molinari si deve affermare il pensiero di uno che se ne intende veramente. Questo è solo uno: Mario Draghi. Ha infatti detto: “per l’Italia sarebbe una grande opportunità avere una figura come Draghi alla guida della Commissione o del Consiglio in Europa”. Ma il sostegno della Lega dipende da una variabile condizionante: “dipenderà da quale sarà la maggioranza politica che sosterrà quella commissione”. Come dire, il grande e geniale Mario Draghi dovrà sottoporsi alla linea di chi lo ha eletto. Ed allora serve a poco che si tratti di un vate dell’economia.
Ma nel controverso ragionamento del ministro si legge la tripla inquietudine della necessità di sottoporti ad un’autorità. La prima autorità che parla e decide è Giorgetti. Lui decide che il Mes non è prioritario e allora non è prioritario. Ma esiste un’altra condizione condizionante. È il pensiero di Giorgia Meloni. Ed è lei a dover dare la linea. Quindi, dopo la prima autorità del conoscere, sussiste la seconda autorità del potere.
Ma sopra a tutti c’è l’autorità del sapere. Questa è data da Mario Draghi. Il sapere però non può e non deve esprimere un pensiero libero. Il pensiero deve essere sempre condizionato da chi lo ha posto. In tal senso la maggioranza che voterà Draghi che darà la linea a chi deve dare la linea.