L’intervista non ha lasciato niente di più del bel discorso pronunciato il giorno del funerale di Giulia. Il padre, però, Gino Cecchettin, ha voluto annunciare la nascita di una sua fondazione.
Di qui il grande insegnamento che rimarrà stagliato: “voglio essere come Giulia”. Ho concentrato tutto il mio cuore e la mia forza su di lei, sono riuscito ad azzerare odio e rabbia. Io voglio amare e non odiare. L’odio ti porta via energia”. E in fine l’invito a tutti gli uomini di sesso maschile: “dire ti amo alle loro compagne. Ti amo, e non ti voglio bene. Ditelo spesso”.
Le domande sulla necessità di un’intervista ad una importante trasmissione televisiva trovano risposta nella necessità di parlarne. Svuotare il pieno di magma che deve provare Gino Cecchettin dopo due lutti gravissimi in un anno – precedentemente era morta la moglie di un male incurabile. La televisione e il pubblico che vede e assorbe tanta sovrastante negatività diventano terapici per Gino.
Ed è un silenzio, quello del telespettatore scrivente, che dovrebbe essere osservato da tutti. Anche da chi ha un istinto compulsivo verso i Social come forma di scarico di sue tensioni.
Ma la reazione all’impegno di Cecchettin-padre, la sua comunicatività, sono dispiaciute anche ai professionisti dell’informazione che in vari esempi – da non citare per evitare indebita evidenziazione – hanno sottolineato l’esito quasi inevitabile dell’evento mediatico quale è stato il funerale della povera Giulia.
Ciascuno davanti a certe prove della vita reagisce a modo suo. Impossibile fare una gerarchia del dolore attraverso il comportamento. Tantomeno stabilire un’estetica del comportamento in occasione di grave lutto – come faceva il personaggio Jep Gambardella nel film La Grande Bellezza.
Si può però dire che l’atteggiamento della trasmissione che l’ha ospitato, nello specifico il suo conduttore Fabio Fazio, abbiano mostrato un’avidità degna da vero squalo dell’audience? Proprio colui che ha inventato lo stile del conduttore, figurativamente esitante perché sempre rispettoso dell’ospite, ha lasciato prima parlare Gino Cecchettin perché non aveva bisogno di essere indotto in argomenti. Appena terminata la sua non lunga comunicazione ha dato, scoppiettante, la presentazione di Claudio Baglioni violentando totalmente l’atmosfera creata. Tanto che è stato lo stesso cantautore a voler riportare il clima della conversazione in un crisma di rispetto nei confronti del precedente intervistato.
Tempi televisivi o tempi della televisione? La manifestazione esistenziale degna di rappresentazione ha bisogno del teleschermo per essere processata ed entrare nel gioco dei detrattori o dei consumatori. L’omicidio di una ragazza non può fare eccezione.