La guerra in Ucraina cesserà effettivamente quando i russi smetteranno di bombardare. Si tratta di un’asserzione lapalissiana, quasi ironico riportarla. Eppure il ministro della Difesa l’ha data.
“Credo in una tregua quando non cadranno le bombe”. Ha detto Guido Crosetto nel merito della dichiarazione che avrebbe rilasciato Vladimir Putin. Il ministro della Difesa è in visita al contingente italiano a Camp Adazi, in Lettonia. Quanto detto è in risposta alla curiosità scatenata tra le autorità di tutta Europa dopo le notizie di stampa secondo cui ci sarebbe un interesse del presidente russo ad un cessate il fuoco in Ucraina.
Sempre il ministro ha spiegato le ragioni del comprensibile scetticismo. “Penso che i messaggi arrivati dalla Russia in questi due anni sono stati spesso contraddittori. Fin quando non sento Putin dire che vuole una tregua, che vuole cessare il fuoco, non ci credo. Poi più che annunciarlo, vorrei che ci fossero 24 ore prima, o 48 o 72 ore senza che i missili cadano sulla testa dei civili e dei militari ucraini”.
Se però ci fosse una diplomazia slegata da lacci di dipendenza da blocchi, potrebbe essere questa una premessa per lavorarci sopra. Andare a una verifica dal presidente Putin per chiedere qual è la sua posta per portare a compimento il suo indirizzo di pace creando delle condizioni che siano soddisfacenti per entrambi i contendenti. O almeno, che non mostrino nessuno nella categoria di soccombente.
Le richieste di Putin sono evidenti a tutti: la rinuncia dell’Ucraina a far parte della Nato, avere uno sbocco sul Mar Nero. Quella di Zelensky la volontà ferrea di affermare il suo popolo all’autodeterminazione tanto da non aver receduto di un passo davanti all’invasione.
I due versanti possono essere conciliati.