Sono giorni che imperversa la polemica su quanto sia stato opportuno oppure lesivo per il paese bocciare la novità del fare nuovi accordi per definire il Meccanismo Economico di Stabilità.
Si deve evidenziare però che quanto non approvato due giorni fa è comunque un complesso di disposizioni per tenere in piedi ma anche sotto controllo le economie locali (a questo punto dovremo imparare a chiamarle così). La non ratifica vede come novità principale la mancata approvazione della misura che consente il salvataggio delle banche. Ma il Mes propriamente detto, e non l’ipotesi, resta in vigore.
Se fosse stata approvata quella riforma avrebbe previsto il backstop. Con il solito anglicismo si intende il paracadute finanziario approntato nella riforma del Mes che sarebbe potuta essere ma non è. Avrebbe dato al “Fondo di risoluzione unico” delle banche.
La retorica politicistica ha voluto mettere dentro la gente comune in questa decisione. Infatti si è detto: “pensionati e lavoratori non dovranno salvare le banche straniere”. Non è proprio così. Quando una banca va in crisi è proprio la gente comune a soffrirne. Lo ha detto anche Antonio Patuelli. “Tutte le crisi bancarie – ha detto il presidente dell’Associazione bancaria italiana – dal 2015 a oggi sono state affrontate con risorse nazionali”. Sono quindi sempre i soldi dei contribuenti a salvare le banche. Esempio: Monte dei Paschi di Siena.
Tutto l’impianto del Mes opera con il concetto di un’assicurazione. Funziona, certo, per Stati e banche. Si usa nel momento in cui si ha un incidente, non tutti i giorni.
Ma è anche vero che le banche italiane sono molto solide. Ma è altrettanto vero che le crisi non avvertono. Spesso derivano da una grande crisi che proviene da fattori del tutto imprevedibili. In alcuni casi sono solo l’epifenomeno della messa in crisi del sistema nel suo complesso: 2008 in Usa, in Ue e in Italia; 2022 in Svizzera e California.
C’è il rifiuto di sottoporsi a nuove tasse o ridimensionamenti che possono essere percepiti nello stato sociale. È stato applicato per la Grecia. I peggiori sacrifici sono quelli che si deve sobbarcare il paese in caso di crisi.