Ogni 7 gennaio stessa processione davanti quella che fu la sede del Movimento Sociale Italiano dove furono ammazzati dei ragazzi che militavano nella sezione. Era il 1978. Anche Il Manifesto fece un titolo in cui mise in evidenza le giovani età di coloro che per caso furono beccati dai colpi di pistola di autentici killer.
Si chiamavano Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Ogni anno gli eredi di quella storia vogliono lasciare un ricordo per quelle morti efferati in quegli anni di piombo. Inspiegabile, se non per il senso di appartenenza, quindi inopportuna la presenza del governatore del Lazio Francesco Rocca. Quasi a par condicio interviene anche un esponente della sinistra: quest’anno è stato l’assessore Miguel Gotor che ha scritto su quegli anni e sul rapimento Moro.
Sceneggiata prevedibile quella con le braccia tese verso l’alto. Quei ragazzi sono morti quarantasei anni fa. Nessun saluto potrà mai essere consolatorio. Al Tuscolano il video è girato ed inevitabilmente è stato proposto sui Social e nelle emittenti televisive. Sull’illegalità del saluto romano c’è una fitta discussione in sede giurisdizionale con sentenze in direzione contrapposte. (In buona sostanza l’ultimo riferimento a fonti di legge avviene con la legge Mannino del 1993 per cui la perseguibilità è tale solo se accompagna attività violente e di evidente azione fascista. Ci provò nel 2017 il deputato PD Emanuele Fiano a rendere fuori legge ogni oggetto che potesse costituire apologia del fascismo e anche i comportamenti: tra questi il saluto romano. Ma non gli riuscì. La legge passò alla Camera ma non riuscì ad essere votata al Senato).
Prevedibili le polemiche da sinistra sul perché si sia dato spazio a questa manifestazione e se i molti seguaci siano stati fermati, segnalati. Ficcante la riflessione di Riccardo Magi, segretario di Più Europa. “Gridi ‘Viva l’Italia Antifascista’ a La Scala di Milano? Vieni identificato. Fai il braccio teso durante la commemorazione di Acca Larenzia? Nessuno ti chiede i documenti”. Matteo Renzi invece fa gol a Giorgia Meloni chiedendole di fare un post su X accanto a quelli che fa sugli argomenti più vari ed evasivi.
Appare pazzesco discutere di antifascismo nel 2024 o del suo contrario. La discussione si è rinverdita con il sussulto di coscienze davanti a tanti saluti con le braccia destre tese. Non abbastanza si riflette sull’efferatezza di quegli anni e sul senso di un’azione criminale di questa portata. Riaccendere la strategia della tensione.
E allora non serve a niente evidenziare che secondo le interpretazioni di legge che si sovrappongono non c’è reato nel gesto in sé. Se però fare un saluto fascista è espressione di una nuova organizzazione di stampo fascista allora lo è.
Serve invece trovare nelle effettualità le ragioni di rinverdire uno scontro che dovrebbe essere consegnato ai ricordi peggiori dei sopravvissuti, quindi alla Storia. E allora il sospetto è che si litighi di questo perché sul resto oramai tutto è stato deciso e poco c’è come oggetto del contendere.
Resta il consolatorio verso di Giorgio Gaber.
“ Il saluto vigoroso a pugno chiuso
è un antico gesto di sinistra
quello un po’ degli anni ’20 un po’ romano
è da stronzi oltre che di destra
…
Basta! “