In un messaggio affidato a Instagram la deputata di Italia Viva Raffaella Paita si dice nuova portatrice della missione con la quale si vuole arrivare alla divisione delle carriere e all’ammodernamento della struttura amministrativa della giustizia italiana. Lo ribadisce perché Forza Italia sembra essersi dimenticata di questa sua missione storica. Chiaramente il partito di Matteo Renzi lancia l’assalto alle spoglie di quello che fu il partito di Silvio Berlusconi.
Ma in verità è tutto il centrodestra a vedere ghiotto il bottino elettorale lasciato dal Cavaliere, così come i suoi epigoni arrancano davanti questo decisivo cavallo di battaglia.
Ma è di oggi la notizia che, dopo un vertice a Palazzo Chigi, si è nuovamente indicato l’obiettivo della riforma della giustizia come prioritario. Si promette un disegno di legge sulle carriere separate per aprile. In altri termini significa però il declassamento del ministro Nordio come semplice araldo della Meloni. E questo non sta bene.
D’altra parte da un governo di centrodestra, propiziato dalla tentata riforma-Cartabia, ci si aspettava qualcosa di più in termini di lavoro visibile sulla riforma della giustizia. Semmai col trittico di decreti – “Rave”, “Cutro” e “Caivano” – restringenti le libertà si è andato in converso all’ispirazione culturale di un ministro come Nordio. Ma probabilmente questa è una tendenza che piace a Giorgia. Vallo a capire!
In sostanza la giustizia cambia solo in termini di aumenti di pena, nuovi reati fattispecie di reato. Dal fronte del lavoro di Nordio ancora deve essere apprezzato il risultato raggiunto sulla abolizione dell’abuso d’ufficio, sul traffico di inflluenze e una diminuzione delle misure cautelari, ma anche l’impossibilità da parte del P.M. di appellarsi alla sentenza emessa in assoluzione. Tutto uscirà dalle congetture per entrare nel visibile dalla Camera, essendo già stato approvato in Senato. Quindi i tempi non dovrebbero essere remoti. Ma lo saranno perché per fare tutte queste cose sarà necessario implementare l’organico di magistrati, per cui ci vorranno, ad andar bene, altri cinque anni.
Ma non ci sono condizioni che facilitano il lavoro di Nordio. Giorgia è ben lontana da essere una Lady Mc Beth che lo spinge: “Se tutto fosse finito una volta fatto sarebbe bene che fosse fatto in fretta”. C’è tutto un mondo che resiste, che fa inerzia, che grava. E probabilmente anche a Palazzo Chigi non si è insensibili a quel mondo.