Collegare Sicilia e Calabria si può. Ma a condizione che le rassicurazioni sulla sismicità dell’area consentano una prospettiva sia di realizzazione che di durata al ponte. Oltre che di sicurezza. Ma come si fa a dire tutto questo se i terremoti per cognizione scientifica non sono prevedibili?
Nel ginepraio autorizzativo e decisionale in cui è sottoposta la commissione speciale per il Ponte sullo Stretto di Messina è arrivata la mannaia del geologo. Le nozioni di geologia e di conoscenza del fenomeno sismico sono avanzate dai parametri delineati da un terremoto del 1908. Quindi il parere del sismologo acquisisce una cogenza tutta speciale nell’operatività.
Ed è per questo motivo che secondo Andrea Barocci, presidente di Ingegneria sismica italiana, si deve andare ben oltre le verifiche ordinarie. Vanno invece effettuate simulazioni. Dopo il terremoto de L’Aquila, dice sempre Barocci, le conoscenze sismologiche si sono approfondite. Ed è la labile attestazione di base a rendere il quadro previsionale fin qui fatto assai discutibile. Si pensi che è fermo al 2004. IL parametro per analizzare l’eventualità di un terremoto e i suoi effetti va osservato su riscontri più recenti.
Rischia di rallentare notevolmente la procedura che invece voleva vedere l’apertura del cantiere durante l’estate, prima delle elezioni europee. IN mezzo ci sono i tempi e i luoghi delle decisioni che sono biblici. Si chiamano Conferenze dei servizi. Si traducono con paludi decisionali dove lo sport maggiormente praticato consiste nel seminare dubbi o perentorie sentenze di apocalissi imminenti. Ma in testa a tutti c’è la commissione Via Vas (valutazioni e autorizzazioni ambientali) relativa ai progetti ordinari. Ma il 24 maggio la prima Commissione cesserà le sue funzioni, anche se già si parla di rinnovo.
Ma a fattore di grande rallentamento c’è anche il Parere sulla relazione del progettista. La sua scrittura è stata affidata al Comitato scientifico di Stretto di Messina. Qui l’oggetto del contendere consiste su cosa deve essere sottoposto al Via (Valutazione impatto ambientale). C’è chi sostiene: i contenuti progettuali interessati dalle prescrizioni da sviluppare nel progetto esecutivo. Ma si ritiene anche lo schema di impatto ambientale in grado di superare ogni limitazione perché di fatto già valutate sotto il profilo dell’ambiente.
Quindi se il Ministro spinge la macchina decisionale fatta di teste diverse frena e con maggiore profitto di resa nella risultante finale.