Cade un pino. A Roma sembra essere diventata una normale amministrazione. Se non ci scappa il morto o qualche ferito grave, il fatto viene bypassato dopo il clamore di poche ore. Arriverà il servizio giardini a ripristinare la situazione ante quem. Gli esperti a verificare le condizioni generali per cui è accaduto. Ci si chiederà se poteva essere previsto. Qualcuno se la prenderà con lavori di rifacimento delle condutture idrauliche o elettriche realizzati precedentemente nei quali degli sconosciuti operatori hanno tagliato alcune ramificazione per sbrigarsi.
All’Eur, proprio nella piazza centrale, quella con l’obelisco, quella che tutti conoscono, è caduto un grosso albero. Ha travolto letteralmente due auto. Gli automobilisti fortunosamente illesi hanno dichiarato in comprensibile stato di alterazione per il mancato pericolo. Oltre al risarcimento per il loro veicoli chi risarcirà lo spavento e la tragica possibilità, anche per un solo attimo, di finire sotto questo albero?
Quel che è accaduto all’altezza di viale Asia, all’Eur, oramai è normale amministrazione in questa città. Insieme all’allarme mondezza per le strade, alla mancata soluzione dei problemi di mobilità rimasti tali e quali, ad una miriade di arretratezze per cui a Roma sembrano solo funzionare i servizi commerciali e il settore alberghiero, compresi i bed&breakfast disseminati nel centro storico, questa città sconta un vuoto di governo.
Non è stata sufficiente la fine dell’amministrazione di Virginia Raggi grazie al benservito dato dagli elettori, a imprimere una svolta nella città.
Gualtieri o Raggi
son sempre stessi ortaggi
che ai due noi lanciamo
che più non ce la facciamo!
Recita un motivetto pensato da sconosciuti per dare idea chiara della mancanza di governo della città. Un vuoto che però non può essere addebitato ai due amministratori che si sono succeduti. È che una città senza risorse, senza poteri speciali, oltre che senza una logica di cambiamento radicale oramai è costretta a vivacchiare nell’ordinario di un’amministrazione che non è mai ordinaria perché i problemi sono tanti, sono troppi, sono relativi al suo Essere Capitale, al suo Essere ospite dello Stato Pontificio.
IL sindaco di Roma non può avere gli stessi poteri del sindaco di Zagarolo. Una legge speciale necessita per questa città la cui caduta è perfettamente simboleggiata dalla caduta dei suoi alberi.