“La lettura dei nomi delle innocenti vittime delle mafie è atto che ci ricongiunge a quanti hanno pagato con la vita la disumanità mafiosa e segno di vicinanza alle loro famiglie e, al contempo, espressione forte, collettiva, di quel desiderio di giustizia che costituisce l’energia vitale di una democrazia”. Sono le parole del Presidente della repubblica nel suo messaggio per la giornata “che sottolinea l’impegno per liberare le popolazioni e i territori dalle mafie, per vincere l’indifferenza e la rassegnazione che giovano sempre ai gruppi criminali”.
Sergio Mattarella ha voluto sottolineare come il problema mafia riguardi tutto il paese: “Le mafie sono una pesante zavorra per l’Italia, insinuate come sono in ogni attività illegale dei traffici criminali”.
– La Giornata per le vittime della mafia, ha spiegato sempre Il Presidente, è “nata nella società civile, cresciuta grazie ai valori di cui è portatrice” –
Ed è un comportamento da adottare ogni giorno, non è solo deputato alle forze dell’ordine o agli attivisti sul campo delle zone più sotto minaccia. “Quando difendiamo la dignità di essere cittadini liberi, quando ci ribelliamo alle violenze e alle ingiustizie, quando davanti ai soprusi non ci voltiamo dall’altra parte, contribuiamo alla lotta contro le mafie”. È un modo, questo, per esaltare il valore positivo di questo impegno permanente togliendo l’imperativo di questa attività costante al mondo della negazione o agli “anti” che si collezionano in ogni dove. Si tratta di assumere un comportamento positivo, carico di volontà di collaborare ad una società pluralista dove ciascuno abbia una possibilità.
C’è soprattutto la memoria, però. “La lettura dei nomi delle innocenti vittime delle mafie è atto che ci ricongiunge a quanti hanno pagato con la vita la disumanità mafiosa e segno di vicinanza alle loro famiglie e, al contempo, espressione forte, collettiva, di quel desiderio di giustizia che costituisce l’energia vitale di una democrazia” – spiega sempre il messaggio di Mattarella.
Non poteva mancare l’intervento di Don Ciotti che è invece intervenuto all’istituto turistico alberghiero a Castelverde in provincia di Benevento. Il sacerdote da sempre impegnato nella lotta alla mafia ha osservato che “in un momento in cui si parla tanto ma di fatti ne vedo molto pochi”.
“A parole tutti ci sono – ha lamentato don Luigi – ma mi sembra che ci sia una sottovalutazione del problema. Ci sono grandi operazioni da parte delle forze dell’ordine e dei magistrati, ma poi se dall’altra parte non si fanno altri tipi di interventi tutto svanisce. La lotta alla mafia significa più cultura, più scuola, più politiche per i giovani. E’ una società che si preoccupa per i giovani ma non se ne occupa come si dovrebbe”.