Povero Salvy! Non ne azzecca una. Ha armato Piantedosi per lanciare l’offensiva a Bari chiedendo la chiusura dell’amministrazione per infiltrazioni mafiose ma invece il sindaco Decaro si rafforza. Ha cercato di prendere tempo coi suoi ma il congresso arriva in autunno. Chiaro che tutti vogliono fargli pagare il passo indietro su Solinas che poi non ha portato al risultato.
Pare proprio abbia i giorni contati e nemmeno le elezioni europee si annunciano che potranno aiutarlo. La candidatura di Vannacci non va. Lo scrittore militare non è militante. Visto come personaggio a Sé non aiuta la Lega nella captazione di consensi. E Giorgia vola!
Del resto, si dirà, guida il partito dal dicembre 2013. Undici anni sono fin troppi per decretare una fase importante e decisiva caratterizzata da lui nella Lega. Ha avuto il merito di far rinascere il fu partito di Bossi riportandolo a fasti sconosciuti precedentemente. Ha avuto il coraggio di allearsi coi populisti dei Cinquestelle convinto che il tratto originario potesse aiutare i due a trovare un modo di rapportarsi. È servito invece ai grillini per dire che avevano abolito la povertà e per rimanere in quel celeberrimo discorso allo stabilimento balneare del Papeete dove proclamava la volontà di arrivare ai “pieni poteri”.
Nel frattempo l’avvocato del popolo Giuseppe Conte si era già preparato l’alternativa laica con quelli dei Partito Democratico, ipotesi impensabile fino a poche settimane prima però l’attitudine di afferrare il momento dell’altro Matteo (Renzi) fu per il Matteo balneare galeotta.
Ed è negli studios della Tiburtina, il povero Matteo, quello dei pieni poteri. È in affanno per riempire la sala di ospiti che hanno annunciato il forfait. Vuole rilanciare l’immagine sovranista del partito ed è alle prese con l’appuntamento internazionale a Roma di Identità e Democrazia. Sia dalla Francia, con Rassemblement, che dall’Austra, con FPO, come dalle Fiandre Vlaams Belang e Chega dal Portogallo, non ci stanno a presenziare questa inutile passerella. Parlerà André Ventura per il Portogallo populista, Marine Le Pen parlerà in teleconferenza. Il pensiero trumpiano sarà rappresentato da di Vivek Ramaswamy che, dicono, molto vicino al tycoon. Non ci vanno neanche quelli della Lega!
Si annuncia come un bel flop quello del Matteo in crisi di identità e disperato di trovarne altre succedanee. I suoi colleghi di partito gli fanno lo sgarbo di preferire, sempre a Roma, palazzo Rospigliosi, per dare luogo al corso di formazione. Ci saranno Giancarlo Giorgetti, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. E poi tanti altri esponenti meno Salvini.
Chiaro che ha i giorni contati e potrebbe essere preferibile per lui chiudere questa partita uscendo di scena per lasciare tutti di sasso.