Sembra di trovarsi in un mondo di favole. L’uomo che potrebbe diventare nuovamente presidente degli Stati Uniti è tampinato dal fisco a cui proprio oggi deve riconoscere 454 milioni di dollari. È la cifra che deve pagare per aver frodato il fisco di chiarando beni e sostanze maggiori di quelle che effettivamente possiede. La sovrastima dei suoi beni per lo Stato di New York consiste in una colpevole mancanza nella dichiarazione dei redditi. Quindi battono cassa.
Trump si dichiara innocente affermando di non aver commesso reati. Solo che tutti quei soldi da dare al fisco non riesce a metterli insieme come vorrebbero i giudici.
Sempre Trump però è entrato in contraddizione avendo dichiarato il 22 marzo di avere cinquecento milioni in contanti. Nota pubblicata su Truth Social.
IL quadro che ne esce è di un miliardario sempre in fuga da sé e in lotta per conquistare sempre nuove vette. Proprietario di campi da golf ed hotel. Sono gli stessi giornali americani a riportare proprietà disseminate che gli fruttano 30,4 milioni in diritti di licenza e royalties, 26,5 milioni per commissioni di gestione e 61,1 milioni di dollari per la sua partecipazione in edifici come 1290 Avenue of the Americas a New York.
Da una parte un mondo dove trasparenza si identifica con ostentazione, perché la fascinazione dei soldi porta voti e anche altri soldi. Dall’altra parte lo Stato inteso come apparato giudicante anche sulla moralità e il buon gusto. Lo Stato deve esercitare la forza e non si commuove davanti ad altra attestazione di forza e chiede espressamente quanto la legge gli dice di chiedere.
La ricchezza è un fenomeno che continua ad essere esaltato come sommo bene ed in contempo perseguitato nei suoi eccessi di ostentazione. Sono situazioni che escono dall’interesse personale, che è solo della persona Donald Trump, per finire come oggetto di interesse sociale per la persistenza degli squilibri esaltati dalla conoscenza dettagliata. Ed è per questo la persecuzione a Trump. Ci evidenza i dislivelli della società ma ci ricorda che questo è l’unico mondo possibile. Fuori da lui ci sono conflitti che con lui forse sarebbero stati evitati.