Dopo la guerra lampo intentata dall’Iran ai danni di Israele Matteo Renzi si è chiesto: ma dov’è l’Europa? Il leader di Italia Viva intende riferirsi al fatto che manca un ruolo di entità politica all’Unione in grado di garantire la distensione in quel teatro di guerra. La risposta non si è fatta attendere. La danno i mercati. La linea di Teheran – per cui abbiamo fatto la nostra parte adesso è il guasto creato da Israele due settimane fa è riparato – sembra perfettamente recepita. Come se niente fosse. “Avete mandato i droni e i missili? Non si è fatto male nessuno? Evviva! Cominciamo come prima!” Sembrano dire i mercati.
Se nonostante l’attacco iraniano a Israele si tiene la linea retta, le Borse non sbandano, gli investitori investono, va tutto bene. Se addirittura le Borse aprono in rialzo è come non fosse successo niente. “Abbiao giocato!” E forse il senso dei tempi moderni sta tutto qui.
Chi gioca e chi investe ha cancellato anche il calo nella seduta di venerdì a Wall Street. Se i future sul mercato Usa sono tutti positivi tutto il resto è positivo. Sempre venerdì è iniziata la stagione delle trimestrali, Goldman Sachs annuncia i conti … E vogliamo Anche la nostra Milano sale dello 0,77% e anche il fatto che le sue due squadre pareggiano è una buona notizia: l’interesse per il campionato si allunga di una settimana.
E non c’è la corsa all’oro, tipica degli scenari di guerra. C’è invece un leggero calo nella valutazione, paria – 0,14%. Anche la captazione di petrolio è una manifestazione tipica. Anche quella in calo con il Wti a 84,84 dollari (-0,9%). Lo stesso vale per il gas ad Amsterdam, indicato a 30,22 euro al megawatthora (-1,6%).
Senza ironia per leggere l’andamento delle cose nel mondo è assai più giovevole guardare gli oggettivi andamenti valutari nelle Borse piuttosto che fissarsi sulle dichiarazioni dei vari esponenti dei paesi contendenti.
Il segno dei tempi non è mai stato così segno come nei nostri tempi. Si valuta con una serie di più e di meno.