Un attacco “attentamente calibrato” – ha detto una fonte rimasta segreta del briefing israeliano riportata dal Washington Post. L’attacco sarebbe partito quindi da Israele ma non si capisce con quale finalità strategiche. Vero è che Israele aveva avvertito di una reazione ai missili lanciati la scorsa settimana, ma questa sarebbe dovuta essere imprevedibile e non immediata. Non è passato tanto tempo, invece e poi colpisce la coincidenza per cui la sorpresa arrivi proprio nel giorno del compleanno di Ali Khamenei, il 19 aprile. Khamenei è “la Guida Suprema dell’Iran”.
Un ironico augurio, sembrerebbe. Una manifestazione di forza che serve a dire di possedere armamentario bellico in grado di “colpire all’interno del paese” – come ha scritto il Washington Post.
Ma è altrettanto difficile capire, se fosse questa la spiegazione, a cosa serve una provocazione di questo tipo se non a innescare l’escalation di guerra che di per sé non può piacere a nessuno.
La conseguenza è che non è piaciuta alle borse che mostrano in ogni dove un grande ribasso e la tendenza a svendere.
Le esplosioni si sono viste e sentite nella base militare di Isfahan ma il dato importante è che le centrali nucleari non sono state coinvolte. Ma si tratta di un episodio di manifestazione di potenza militare che non può passare inosservato né rimanere impunito, dato è l’orgoglio di ciascuno dei contendenti e la repulsione di una parte verso l’altra.
Nessun commento da parte della Casa Bianca, il cui ruolo in questa fase di estensione delle tensioni appare sempre più marginale, tanto che lo sforzo è quello di mostrare di sapere e controllare la scena. ”Non siamo rimasti sorpresi” – hanno dichiarato dal Pentagono. Sanno sempre tutto, sono informati di tutto, ma la capacità di dirimere il contenzioso tra le parti appare del tutto inesistente.
Quindi, siti nucleari al sicuro, americani avvertiti, nessuna vittima riscontrata o pubblicizzata, avvertimento dato, manifestazione di potenza avvenuta … Tutto bene? Tutto il contrario del tutto bene. Con tanta inanità e inadeguatezza nel governo del conflitto la sua degenerazione è alle porte.