Ricordando Mao il grande balzo in avanti consiste nella sintetica traduzione da dare alla grande svolta che un paese deve dare per accelerare sulla modernizzazione. Quell’espressione non portò bene alla Cina di fine anni Cinquanta ma ne determinò la sua missione nel tempo a venire.
Ora a predicare questo balzo in avanti sono prima Mario Draghi, il 15 aprile. Emmanuel Macron, presidente francese. Ma mentre il primo chiedeva una grande accelerazione principalmente sul sistema produttivo e sulla capacità di stabilire assi produttivi coerenti e non concorrenti, Macron spinge sul tema più spinoso. Quello della Difesa.
IN sostanza Macron chiama a sé tutta Europa e suona la tromba alla riscossa. (Qui si potrebbero fare le obiezioni di sindacare il pulpito, ma è bene astenersi attenendosi all’attuale e al da fare).
Vuole che l’Unione sia più forte. Rispetto a chi e a che cosa? Rispetto ai mostri che ha davanti. E, si badi bene, il presidente francese non guarda esplicitamente alla Russia impegnata in una guerra di invasione. Guarda alla Cine agli Stati Uniti. Chiama alla mobilitazione generale, ma quella industriale, economica e militare. Sì, militare! Vuole un “cambio di passo”. Leggasi: difesa comune. – La questione ha una lunga filologia, lo diceva illo tempore anche Rossana Rossanda esplicitando qualche suo scetticismo sull’unità dei paesi d’Europa con l’asserzione che fino a quando non ci sarebbe stato un esercito comune non avrebbe avuto senso parlare di alcuna forma di unità (ma ovviamente non perché lei auspicasse a ciò ma riconoscendolo come problema) –
Lo ha detto ieri alla Sorbona cogliendo all’appuntamento simbolico di parlare alla futura classe dirigente. Ha parlato da europeo citando altri europei. Tra questi, gli italiani Enrico Letta, Mario Draghi e Matteo Renzi.
Ha detto. “La nostra Europa è mortale, può morire”. C’è un modo per evitare questa irrimediabile fine. “Dipende unicamente dalle nostre scelte, ma vanno fatte ora”. E qui arriva la priorità: “un cambio di paradigma profondo, essenziale”. IN sostanza significa guardare alla parola chiave “Difesa” con specificità totalmente diverse. Fare questo è possibile con forme di debito comune con le quali pensare al settore militare condiviso. Esprime un concetto. Quello di “preferenza europea”. Si intende un marchio tutto europeo, tutto dedicato, a spazio e difesa.
Gli stati facenti parte dell’Unione Europea non possono continuare a comprare armi dagli altri. Secondo i dati forniti dallo stesso Macron l’ottanta per cento delle armi si acquista da Stati Uniti e Corea del Sud.
Parla anche di accordo europeo per l’immigrazione. Parla di recuperare l’orgoglio filologico di essere europei rifondando dalla propria cultura originaria.
Ma la malignità che stia parlando per le elezioni prossime è dietro l’angolo. Lo stesso è valso per Mario Draghi in obiettivo ad altre elezioni dove potrebbe essere insignito dell’alta carica di prossimo presidente di commissione. Ed è il relativismo delle interpretazioni che scattano automatiche il difetto originario tale da poter esser riconosciuto come una delle cause del Tramonto dell’Occidente.