Niente più ceppi e segni di costrizione ma un taxi che l’accompagna nella sede del tribunale dove oggi si è celebrata l’udienza per l’imputata potenziale deputata Ilaria Salis. Ed è tutto un altro vedere. Amici che la attendono. Tra questi Zero Calcare. È già l’ingresso di un’autentica diva.
Del resto dobbiamo ringraziarla perché dà smalto a una campagna elettorale decisiva per il futuro dell’Unione Europea dove però i futuri protagonisti del Parlamento che sarà hanno tutti da gestire problemi di prospettiva da dare all’organismo di direzione politica del continente ad un bivio. Probabilmente cambierà pelle spostandosi un poco a destra includendo la Meloni ed altri destri duri e un poco meno puri degli irriducibili. Ma dalle proiezioni date dai sondaggi e sui risultati probabili non ci sono ancora i numeri per un’autentica volta a destra. Quindi il dibattito non verte sul da fare ma su quale nuovo Parlamento verrà proiettato e, se così fosse, cosa farà, cosa deciderà, quale sarà il margine di maggiore potestà regolativa di cui l’Unione Europea riuscirà ad attribuirsi al di fuori dei particolarismi locali.
Sempre i sondaggi in Italia danno il PD in avvicinamento su Fratelli d’Italia e un paese sostanzialmente spaccato in due parti uguali con la differenza della forte frammentarietà del centrosinistra. Questo però non significa che essendo proporzionale il criterio di designazione degli scranni vincitori manderemo a Bruxelles un pacchetto di parlamentari nettamente divisi. In mezzo ci sta la tagliola dello sbarramento per cui saranno diversi i partiti o assemblaggi di sigle che rischiano di non farcela. E tra questi non fa eccezione la coalizione tra Verdi e Sinistra che ha candidato Ilaria Salis.
E qui torniamo al processo più controverso in cui l’imputata in ceppi è salita di grado ottenendo giustamente la domiciliazione in una casa normale e non nel carcere ungherese dove è stata trattenuta per quindici mesi. Salita di grado col ruolo di candidata, quindi deputata in pectore, potrebbe trovare un declassamento repentino se non riuscisse a passare, magari per responsabilità della sua compagine che non supera il quorum.
Sarebbe una caduta a precipizio nella sfera delle influenze di cui gode presso le sedi giudicanti ungheresi e complicherebbe il lavoro, ma di molto, alle rappresentanze diplomatiche impegnate a intercedere.
Su questa ragazza finita nei guai bisogna elevare la dimostrazione di innocenza ed estraneità ai fatti contestati. E bisogna farlo in fretta prima che il verdetto dell’elettorato possa bocciare il tentativo di aggirare il processo. Verdetto che se fosse negativo sarebbe addebitabile allo scarso appeal dei Verdi e Sinistra, non su come è sentita e partecipata la storia di Ilaria.