Nuovi commissari alla Difesa e per il Mediterraneo. Serve un fondo Ue per la competitività. Coerenza con la linea di difesa dell’Ucraina. Lambisce i temi dell’intelligenza artificiale quando guarda alle sue applicazioni in produzione di armamenti, cibernetica ma anche appalti pubblici.
Il programma del prossimo quinquennio per cui si sente già eletta guarda all’economia e alla difesa. Ed è per questa accentuata attenzione che prevede due nuovi commissari, alla difesa e al Mediterraneo.
Doveroso il richiamo all’azione congiunta, “Le scelte definiscono il destino e in un mondo pieno di avversità il destino dipende da ciò che faremo ora”. Quindi tutelare la democrazia – ma come? – dice in quintessenza.
Tutto il resto è noia. Annuncia un “vicepresidente per l’implementazione, la semplificazione e le relazioni inter-istituzionali”. Velocizzazione. Si dice da sempre, non si fa mai. Perché per essere veloci bisogna pensare veloci e agire ugualmente. E siamo ben lontani dalle pletore di questa mega istituzione nata per governare una nuova moneta, quindi regolare le economie nazionali moderando eventuali eccessi di imprenditorialità oppure limitare le tendenze accentratrici dello Stato. In sostanza, una grande condominio di paesi sovrani non un paese sovrano che vuole dare del tu alle grandi potenze.
E anche in tal senso la scena è totalmente cambiata. In quel tempo c’erano Usa e Russia. Oggi assistiamo a lo strapotere della Cina e all’ingresso dell’India, alla colonizzazione dell’Africa. E sono queste ultime grandi tendenze a dettare gli aggiornamenti, non il vecchio quadro bipolare che oggi non esiste più.
Quindi il lavoro grande da fare per Ursula è quello di un aggiornamento profondo delle radici per sui è nato tutto il sistema di coesione di stati affinché sia trasformato in stati uniti d’Europa (ci perdoni il copyright di Matteo Renzi).
Però Ursula si scopre capo politico non semplice regolatrice o amministratrice. “Sono convinta che la versione dell’Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale sia comunque la migliore versione dell’Ue della Storia. Non lascerò che la polarizzazione estrema della nostra società venga accettata e non accetterò che gli estremismi o le demagogie distruggano il nostro stile di vita europeo”.
E ancora da politica consumata dà la botta ad Orban – riconoscendolo quindi come bersaglio nel senso di emblema che va al contrario del suo progetto. “Due settimane fa un premier europeo si è recato a Mosca. Questa cosiddetta missione di pace è stata solo una missione dell’acquiescenza, dell’appeasement, una politica di eccessive concessioni”. Non ce l’ha fatta! Doveva proprio togliersi il sassolino dalla scarpa. E sempre Ursula rincara. “Solo due giorni dopo i jet di Putin hanno colpito un ospedale pediatrico. Era un messaggio del Cremlino per raggelare noi tutti. Nessuno vuole la pace più dell’Ucraina e l’Ue sosterrà l’Ucraina finché sarà necessario”.
Subito dopo il discorso gli effetti da stadio a cui siamo abituati nella peggiore politica. Ovazioni scroscianti da una parte e fischi dai partigiani di Orban. E non è davvero questo il corso nuovo alla politica mondiale che può imprimere l’Europa che tra i tanti insegnamenti da acquisire c’è la malinconica considerazione di non essere più la prima della classe. L’Europa non ha da insegnare niente a nessuno. Non può dare lezioni se, non retoricamente, di democrazia né di tolleranza tantomeno illuminazione nell’arte di governo. Non può farlo perché nessuno accetta la lezioncina e poi per le forze presenti in campo oggi conta solo quanto rappresenti come peso specifico indicato dalle economie che muovi. Confrontarsi significa fare un bagno di umiltà e poi guardare i numeri. Poi fare il confronto. Siamo ancora lontani.