Angela Carini e Imane Khelif hanno da sole superato l’evento Olimpiadi 2024 che per loro due farà scuola creando una fitta letteratura di cronisti e giuristi. È chiaro a tutti che la boxe ha bisogno di una riforma. La regolamentazione della similarità di peso al fine di perseguire l’equità delle condizioni oggettive di sfida, dovrà essere implementata da altri parametri.
Salta così lo l’esibizione della parità di genere e della bioetica come feticcio del progressismo presente nell’Olimpiade parigina.
Ma tanto più farà storia per il braccio di forza tra oligarchie nel mondo dello sport e della politica. Le performance degli atleti restano così tutte sullo sfondo ed è in tal senso che si insiste sul fallimento di questa Olimpiade.
È apparso a tutti come la competizione non sia stata tra le due pugili ma tra la federazione pugilistica mondiale e il comitato olimpico. Pare che per il 2028 la boxe sia sospesa dai giochi olimpici a meno che non si crei una nuova organizzazione. Solo così sarà possibile la circolazione di notizie precise e conformi alla verità e non chiacchiere da bar su prestazioni degli atleti e loro dubbia identità di genere.
La scelta di ammettere Khelif alla sfida olimpica rispetta i criteri di ammissione emessa dalla federazione dal 2021 a Tokyo. Il pericolo consiste anche nella diffusione di informazioni erronee sulle atlete tese esclusivamente ad inquinare l’ambiente per favorire altri talenti.
Ma gli esperti chiariscono anche che questo braccio di ferro è iniziato nel 2020 dalla decisione del Comitato Olimpico Internazionale di far fuori International Boxing Association. Le ragioni dell’esclusione si fondano sull’accusa della mancanza di correttezza finanziaria, quindi di corruzione. Da allora la sede ufficiale fu spostata a Mosca! Grave provocazione. In più pare che il presidente Umar Kremlev sia amico di Putin. I soldi li prendono dalla compagnia petrolifera di Stato, la Gazprom. Dietro la boxe si concentrano tutte le tensioni internazionali del mondo! E noi che pensavamo fosse solo una questione di cazzotti!
Sempre IBA però notificava l’esclusione di Imane Khelif e un’altra atleta del pugilato, ma non per questioni di testosterone (come è stato detto) bensì e più genericamente perché “le atlete non soddisfacevano i criteri di ammissibilità necessari richiesti ed erano in una situazione di vantaggio competitivo rispetto alle altre concorrenti donne”. Ed i test a ‘le pugili’ sono state effettuate due volte e a distanza di un anno.
Chiaro quindi che sulla testa delle atlete e la loro voglia di farcela giocano due mondi avversi in cui la lotta di potere per il riconoscimento universale potrà essere superata solo attraverso la realizzazione di un altro organo terzo in grado di assorbire i due diversi mondi. L’idea allora è quella di mettere in piedi una federazione veramente mondiale, la World Boxing.
Il clamore della vicenda di Angela e Imane allora potrà servire come acceleratore per determinare criteri valevoli per tutti al fine di selezionare casi di disparità. Ma nel frattempo continueremo a poter dubitare della correttezza di un match.