In testa a tutti rimarrà la questione della bonifica della Senna. Un miliardo per recuperare ogni fonte che scaricava sul fiume in ogni suo accesso. Questo era stato raccontato. Era girata anche la propaganda della sindaca di Parigi che si immergeva nelle acque, senza tuffarsi, e nuotava facendo ben attenzione a non immergere la testa.
Poverina! Si è pensato. Qualche lezione di nuoto poteva pur prenderla prima di questa esposizione mondiale. E invece la sindaca era stata ben previdente. Quelle acque bandite come bonificate non davano alcun affidamento. Eppure lì contavano di far gareggiare gli atleti nelle gare come il triathlon e il pentathlon oppure le specialità di resistenza al nuoto in acqua.
Poco prima della disputa delle gare emergeva che quelle acque erano ancora contaminate. Alcuni atleti ne avevano già fatto le spese per essersi allenati lì. Ritirato il permesso di allenarsi. Per cui triatleta per tenersi in forma su ciascuna disciplina doveva astenersi da nuotare oppure trovare una piscina disponibile con condizioni ambientali ben diverse.
Sempre sul fiume i francesi hanno gestito il loro biglietto da visita per l’apertura delle Olimpiadi. E tutto il mondo ha applaudito all’originalità nel vedere quei battelli sfilare, ciascuno rappresentativo di una nazione. Tutta apparenza. Quel fiume era inquinato come una qualsiasi marana romana. E questo si percepiva anche vedendone il colore non proprio cristallino.
Ma l’organizzazione ha insistito fin quando ha potuto. Avendo accusato, alcuni atleti, malesseri specifici ad infezioni che solo nel bagno in fiume possono aver contratto, tutto è stato sospeso. Ed è ancora da capire ben cosa farne di questo fiume che ha dato la peggiore brutta figura nella storia delle Olimpiadi.
Ma per gli atleti non c’è pace anche nel rientro negli appartamenti. Un caldo asfissiante che li obbliga a fare nottata perché le pessime difficoltà. La ragione è dovuta al fatto di aver vietato ogni impiantistica di aria condizionata. Tutto per l’ambiente e la sua tutela. Benissimo, ma se così doveva essere bisognava pensare ad interni adeguati nel quale non si sarebbe arrivati a una temperatura asfissiante.
E invece leggiamo il nostro Paltrinieri lamentarsi. Ma anche Thomas Ceccon. C’è poi un altro problema. Si mangia male. Hanno forse risparmiato sul vitto, oltre che sull’alloggio disagiato.
Tutto questo ha obbligato diversi atleti a spostarsi dalle residenze assegnate. Micidiale la testimonianza di Gregorio Paltrinieri: “Sono alla quarta Olimpiade, e questo sicuramente è il peggior villaggio Olimpico”.
Del resto c’era forse da aspettarselo. Anne Hidalgo, sindaca parigina aveva già annunciato le “Olimpiadi più verdi di sempre”. E quando si vuole risparmiare sul carbonio e sulla bolletta si prendono queste decisioni. Buffe quelle riprese indiscrete nelle stanze degli atleti dove si vedono quei ventilatori comprati a qualche euro probabilmente in qualche negozio cinese. A nulla è servita invece la tecnologia ostentata in cui pannelli solari, tende speciali, pavimentazione di impianti dove acqua fredda sarebbe dovuta arrivare dalle centrali geotermiche.
Succede così a Parigi che lo sport, massima simbolizzazione del merito nelle nostre società, si trasformi invece in esposizione della fatuità e della cattiva gestione.