Arianna Meloni. Chi è? La sorella di Giorgia Meloni. L’ha seguita dalle origini della sua avventura in politica, ai tempi in cui era molto più “underdog” di quando così si auto-dichiarò in Parlamento al momento della sua investitura da Presidente del Consiglio. Erano anni difficili per chi stava nel vecchio Msi, in un rione tipicamente di sinistra come Garbatella.
Da una parte il ragionamento è facile e tipico nella repubblica delle camerille e delle congiure: Non potendo colpire la Presidente la colpiscono negli affetti. Ma quando si va a capire qual è l’oggetto del contendere si capisce bene non esserci nulla di più consistente del lancio scaltro del direttore Sallusti su Il Giornale.
Di qui, tutto il circo barnum giornalistico politico segue a difesa o semplicemente in discussione del problema. Dall’estero si dirà che in Italia non abbiamo problemi più importanti da discutere che su delle voci o indiscrezioni di un giornale.
Ma non serve guardare bene per vedere che il nostro paese invece ha il gravame di un intero settore industriale in dimissione come quello dell’automotive e una diminuzione pesante di occupazione come di capacità produttiva del nostro paese in termini di indotto. Sempre l’Italia ha un debito pubblico mostruoso e si prepara ad una finanziaria lacrime e sangue. La lista sarebbe lunga ma ci occupiamo di una voce.
Ma in verità non si tratta della semplice voce bensì di quello che evoca. L’Eterno Ritorno della magistratura in ingresso a gamba tesa negli equilibri politici consolidati. E sulla possibilità che sia nuovamente un organo costituzionale a prevalere sugli altri e a determinare effettivamente l’agenda politica italiana.
Ma in mancanza di un vero oggetto del contendere – avviso di garanzia, estremi di un qualsivoglia specifico capo di accusa – il sospetto è quello per cui il polverone si agitato a mestiere come arma di distrazione di massa.
Ed è anche questo ultimo il motivo tornante nel nostro paese: il sospetto. L’ipotesi e subito dopo l’immanente presenza del convitato di pietra rappresentato da accuse e recriminazioni tese a inquinare il già naturalmente conflittuale clima all’interno di una maggioranza e tra questa e l’opposizione.
Difficile in questo aggrovigliato clima di stati di accusa risalire all’algoritmo in grado di risolvere anticipatamente le problematiche e trovare il sistema di risolvere questi problemi prima che si presentino.
Ma il quadro enigmatico della cultura del sospetto (ci si scusa di prendere a prestito questa espressione indicata per delineare ben altra questione epocale nella storia del pensiero) dice anche che nulla si può escludere. Se è vero che non c’è nulla di consistente, altrettanto vera è la mancanza di certezza siano solo voci e sia tutto falso.
Ed è così che continua il nostro circo barnum.