La decisione che si prevedeva è presa. Raffaele Fitto sarà il prossimo commissario europeo per l’Italia. Forte dell’esperienza sul PNRR dovrà rappresentare la regia dall’altro per l’espletazione della distribuzione delle risorse. Tutto molto bello. Se però in politica una casella lasciata vuota non lasciasse sempre un problema. Sono molti coloro che si candidano alla sostituzione. Sui molti candidati quindi si ragiona sul fatto di sostituire altri vuoti lasciati in questi mesi, tanto che l’occasione sarebbe buona per affidare nuovamente alcuni dicasteri lasciati sospesi. Potremmo anche definirlo un Meloni Bis. Ma “la Presidente” è troppo scaltra e capisce perfettamente che aprire una campagna acquisti nel governo lascerebbe inevitabili scontenti e creerebbe troppe recriminazioni per un governo con la pretesa di durare.
In caso dovesse decidere di aprire la campagna acquisti nel suo governo potrebbe dover salire al Colle per chiedere e ottenere un mandato Bis. Ma sicuramente sarebbe la soluzione che le andrebbe indigesta. Minori contatti col Presidente meglio è per mantenere un clima di distensione.
E allora meglio concentrarsi sui rapporti in Unione. Nel contesto europeo a Fitto probabilmente va anche la vicepresidenza esecutiva ma la soddisfazione di uno potrebbe coincidere con la frustrazioni di molti partiti all’assalto con loro richieste per occupare spazi importanti nella compagine governativa.
Ed è al bivio Giorgia. Dovrà decidere quale linea strategica stabilire. Se dovesse inserire altre persone nella compagine di governo troverebbe modo di colmare diversi spazi vuoti e anche di fare sostituzioni per dicasteri imbarazzanti, come quello occupato da Santanchè. C’è poi il sottosegretariato di Sgarbi rimasto ancora vuoto oltre che quello di Augusta Montaruli oltre che trovare chi riempie la poltrona lasciata vuota da Fitto. Quello che solitamente è considerata una facoltà in grado di accontentare gli appetiti in verità ne crea troppi e le disponibilità sono troppo poche. Si potrebbero spacchettare alcuni incarichi eccellenti (Mantovano e Fazzolari, entrambi Sottosegretari di Stato) ma bisogna anche capire cosa ne pensano i diretti interessati e i rispettivi partiti.
La Giorgia nazionale (quella che non canta) è sotto pressione anche per le richieste arrivate dal dicastero del Tesoro per il quale la manovra dovrà contenere diverse cancellazioni di aiuti, aiutini vari, a sostegno del Welfare.
Il ritiro dei trascorsi giorni ferragostani dovrebbero averle indotto più miti pensieri. Su tutti, la regola di Sun Tzu per cui si batte un nemico per volta e non per forza quello più pericoloso rappresentato dalla faticosa redazione della manovra. E anche Fitto prenderà l’incarico a novembre. Sui vuoti di incarichi governativi: se finora si è viaggiato senza scossoni si può continuare a farlo.
Quindi probabile che davanti a tante scelte irrevocabili, non verrà scelto nulla. Ed è così che va il mondo.